sabato 10 marzo 2012

Intrigo internazionale. Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire, di Giovanni Fasanella e Rosario Priore (Chiarelettere); Titanic-Europa. La crisi che non ci hanno raccontato, di Vladimiro Giacché (Aliberti Roma). Intervento di Nunzio Festa


Scrivere di magistrati è sempre difficoltoso. Ma non per causa di paura. Partiamo, per spiegarci meglio, da un esempio. Alcuni mesi fa a Matera sbarcò il sig. Armando Spataro; ovvero colui che, allo stesso tempo, e mentre l'opinione pubblica applaude sempre e comunque e superficialmente il suo operato, negli anni Settanta usava, per far uso di metafore, il pugno più che duro con "l'estremissmo e l'eversione rossa": insomma Spataro è l'uomo che mantiene nel suo animo una serie di segreti, altro che solamente 'l'indicibile' - concetto che useremo (del quale pure s'abusa) più avanti - , su torture e bugie relative, per portare la pietra che è a noi più cara, del processo a Cesare Battisti ecc. E allo stesso tempo ha sempre lottato contro la mafia e a Ragion di Stato. Per non dire, ancora, del dott. Turone. Dove vogliamo andare con queste parolacce? Detto fatto. "Intrigo Internazionale", interessantissimo volume edito dall'indomabile e comunque spesso controcorrente Chiarelettere, è una lunga intervista che il giornalista d'origini lucane Giovanni Fasanella esegue al magistrato, appunto, Rosario Priore. Il professionista, per intenderci, che fu giudice istruttore del caso Ustica, dell'attentato all'ultimo papa buono e che, più recentemente, è intervenuto sull'affaire Moro per raccontare a Mieli (quando era direttore del Corriere, per dettagliare) che il sig. Kissinger sulla morte del dc più bello nulla valse. Fasanella, come perfettamente proprone tra l'altro l'editore, chiede quindi a Priore di raccontare L'indicibile. Propronendo interrogativi di base: "perché l'Italia dal 1969 è stata funestata dal terrorismo e dalla violenza politica con centinaia di morti e migliaia di feriti? Perché solo nel nostro paese?" Che Rosario Priore non lascerà vuoti. Quindi "grazie ad anni di ricerche, testimonianze, prove, carte private, incontri con ex terroristi, agenti segreti e uomini politici anche stranieri, Priore ricostruisce uno scenario internazionale inedito per spiegare il terrorismo e la strategia della tensione in Italia, testimoniando la verità che finora nessuno ha potuto certificare attraverso le sentenze (seppure questo tante volte non risulti vero e comunque arriva quando il magistrato è da tempo in pensione, nda)". Risposte stese in undici paragrafi. Tra i quali, senza dubbio, il più vivace reca il titolo "la 'rete' di Feltrinelli". Un importante documento, in fondo, una lettura della storia reale che non convince ma che appassiona. Al di là delle tante verità e certezze, cariche di studio, a sostegno. Seppur, come al solito, tenute nascoste a lettrici e lettori - ché non troveranno alcun appendice al testo. Un libro, però, che per molti versi occorre affiancare a "Titanic-Europa". Sottotitolo a parte, insomma, "La crisi che non ci hanno mai raccontato", sugli scenari di Priore potremmo sedere l'economia disegnata dal saggista Vladimiro Giacché. Una pubblicazione, quella di Giacché, che coraggiosamente nasce con l'obiettivo di dare soluzioni, soprattutto con la sezione "I timonieri del Titanic", che servano a farci uscire dalla krisi. Dopo, chiaramente, avercela dettagliatamente aggiornata nelle nostre orecchie. L'assenza dell'indice non spaventi; in quanto la stesura è scorrevole assai; e dalle pagine non ci si deve divincolare. L'economista e filosofo marxista Giacché illustra come la stentata crescita dell’economia reale ha portato il capitale, in un processo lungo trent’anni, a finanziarizzarsi per trovare quei margini di profitto elevati che non venivano più assicurati da una produzione industriale sempre al limite della sovrapproduzione. Secondo Giacché tutto è cominciato con le banche yankee nel 2007. E quindi la crescita dei debiti pubblici avviene solamente dopo le scudisciate degli istituti bancari statunitensi. Gli Usa con Obama hanno dovuto rifocillare le bancaccie. Quindi innescando un vero e proprio processo di recessione. Prima, inoltre, del calo degli investimenti dall'estero. Vladimiro Giacché, usando ferocia precisione, mette a nudo ogni controsenso avvenuto, dunque tutte le scelte politiche sbagliate, da allora a oggi. Pensando, naturalmente, al futuro. Non a caso in ogni angolo del mondo si parla di aggiustare le economie con privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tassazioni. Senza tralasciare, nel contesto-Pianeta, che l'ex Belpaese arriva già dai tagli di due brillanti padri della patria che han nome Berlusoni Silvio e Monti Mario. La soluzione del saggista è di stampo "neokeynesiano", come ha avuto a dire Paolo Colli. Eppure in tutto ciò non s'abbandoni l'impegno civile.  

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