mercoledì 20 maggio 2009

Pochi amici, tanta amicizia

Per me succede così! Conosco tanta gente, ma sono pochi gli amici veri che sanno come rendere la mia vita più leggera. E provo un piacere così grande ad incontrarli che non posso fare a meno di cantare, dentro di me, una canzone che risale ai miei 18/19 anni, che diceva: amico è una cosa che si conserva dal lato sinistro del petto. C'è tanto amore in questa frase e, allo stesso tempo, tanta verità, perché l'amico vero, o il vero amico, anche se manca dalle tue giornate per un tempo che non ti và neanche di contare, quando lo rivedi è come se il tempo si fosse fermato un attimo prima, quando l'hai lasciato. Lui c'è sempre stato, l'avevi solo conservato. E tutto torna ad essere proprio come allora, con i sorrisi e quel modo di fare che non è cambiato per niente. Avverti persino l'imbarazzo di un incontro che non sapevi come sarebbe stato, come saresti stato accolto, ma caspita, come ti senti a tuo agio! E' tutto così magico che quando saluti nuovamente l'amico, rimane l'alone del suo abbraccio a circondarti per giorni e giorni, e non puoi fare altro che pensare alla bellezza di quel momento.
Allora, per gli amici, vicini e lontani. Quelli pochi, ma che per me significano tanto, vi offro, in versione tradotta in italiano, la canzone che mi suona in mente per voi, che ha senso in tutte le lingue:

CANZONE D'AMERICA - di Milton Nascimento

Amico é una cosa che si conserva
sotto sette chiavi
dentro il cuore
Così diceva una canzone
che ho sentito in America
Ma chi cantava pianse
vedendo l'amico partire
Ma chi è rimasto,
con il pensiero è volato
con il proprio canto
che l'altro ricordava.
E chi è volato,
nel pensiero è rimasto
con il ricordo
che l'altro cantava.
Amico è una cosa che si conserva
dal lato sinistro del petto
anche se il tempo e la distanza
dicono "No"
anche se si dimentica la canzone
quel che importa è ascoltare
la voce che viene dal cuore
Perchè sia quel che sarà,
venga ciò che verrà
qualche giorno, amico, io tornerò
per incontrarti.
Qualche giorno, amico,
c'incontreremo.

domenica 3 maggio 2009

Chegar ao topo da vida

Passo a vida toda escalando morros,
acreditando que uma vez chegada ao topo vou descansar
e aproveitar desse sucesso.
Mas depois de descobrir o vale que me deu repouso,
avisto sempre outro morro que sinto o impulso de escalar,
e sao sempre como os demais: cheio de insidias e obstaculos.
Vou seguindo o meu caminho de morros e vales infinitos.
Poderia simplesmente escolher um vale qualquer
e passar o resto dos meus dias com tranquilidade,
sem me preocupar de outras escaladas mas,
quando olho para tras e considero todo o caminho que percorri,
da escalada que fui capaz,
olho de novo para frente, avisto outro morro e imagino
como seria belo subir la, naquele outro topo...

La leggerezza dell'essere

La solitudine mi fa sentire padrona di me stessa.
M'invade una languida indolenza
che mi trascina per gli spazi dove cammino,
lentamente, come se il tempo si dovesse fermare.
La solitudine mi offre l'occasione
di godere della mia propria compagnia.
E' così che nascono i miei pensieri più profondi
e la mia ispirazione.
E' in questo modo che penetro nello spirito e divago,
vago per la luce delle mie riflessioni e concludo.
L'introspezione è un automedicamento.
Mi guarisce dai mali causati dalla moltidudine.
Prendo coscienza della mia unità
e che esisto.