"Quello che distingue le persone le une dalle altre è la forza di farcela, o di lasciare che sia il destino a farla a noi." Fernando Pessoa
sabato 31 agosto 2013
venerdì 30 agosto 2013
giovedì 29 agosto 2013
mercoledì 28 agosto 2013
lunedì 26 agosto 2013
domenica 25 agosto 2013
sabato 24 agosto 2013
venerdì 23 agosto 2013
ORDINARY di Emiliano Reali rinasce... e diventa un ARBOOK
A circa dieci anni di distanza
Emiliano Reali decide di confrontarsi con se stesso e riscrive Ordinary. Il suo
primo romanzo, divenuto nel 2008 spettacolo teatrale. Dal vecchio Ordinary lo
separano esperienze e successi, uno stile più maturo ed una forte crescita
professionale ed interiore, ma è sempre lo stesso sentimento a guidare l’autore
nel nuovo ORDINARY: la “speranza”. “Mi sono voluto confrontare con me stesso, a
circa dieci anni di distanza” – dice Emiliano Reali ai microfoni di RAI Radio1.
ORDINARY è una finestra che si apre sulla vita di Diego. Ha vent'anni, è
giovane, inesperto e omosessuale. Si trova a vivere in una società non ancora
pronta ad accoglierlo. Cercherà l'amore ma la paura del giudizio bloccherà i
suoi partner che si doneranno solo a metà, lasciando crescere in lui un vuoto
per ciò di cui viene privato, ovvero l'autenticità di un amore. Cercherà però
di reagire grazie all'amicizia e alla voglia di viaggiare e tenere in piedi i
suoi progetti. Sarà vittima di omofobia ma quella violenza non lo piegherà
realmente. Proprio quando penserà di aver trovato il vero amore, scoprirà di
essere vittima inconsapevole della rabbia e della frustrazione. Ma c'è un modo
per uscire dal baratro Dalla prefazione di Massimo Arcangeli: “C’è sempre un
barlume di speranza, invece, per l’uomo che rinuncia a essere lupo all’uomo,
per chi decide di rimanere cerbiatto anche se un lupo, azzannandolo senza
finirlo, gli ha iniettato il suo virus. È la possibilità di riscattarci che ci
fa ergere sui nostri istinti più bassi, che ci consente di mostrare la parte
migliore di noi. E quando una tale possibilità diviene racconto, e quel
racconto s’affida all’atavica potenza dell’accostamento metaforico dell’animale
all’uomo, e quell’accostamento sa di esperienza vissuta o patita, e di una
visione del mondo chirurgicamente naïf, la lettura riesce a disarmarci. Sono
l’immediatezza, la semplicità e un contagioso candore la forza di questo
libro.” e diventa un ARBOOK (Augmented Reality Book). Con ORDINARY, oggi la DEd’A Edizioni lancia
il primo ARBOOK in Italia, il primo libro che non smetterà mai di raccontare
storie. Nascosti, tra le pagine del romanzo di Emiliano Reali, come gemme
preziose, marker di riconoscimento, saranno l’innesco per vivere questa nuova
esperienza. Avremo a nostra disposizione immagini mai viste del giovane autore,
saremo trasportati nei suoi ricordi più belli, sentiremo i perché e le
motivazioni che lo hanno spinto a riscrivere ORDINARY, ci faremo ammaliare
dalle sue splendide parole magistralmente recitate. ORDINARY è il primo ARBOOK
in Italia. Il Libro di carta, si trasformerà nell’innesco di una nuova realtà,
le sue pagine, le sue immagini, daranno vita ad un luogo dal quale sarà
possibile estrarre ulteriori informazioni, storie ed esperienze multimediali, sia
oggi che nel tempo, sia qui che in luoghi specifici, anche solo per pochi
momenti irripetibili. Attraverso i nostri dispositivi - iphone, ipad,
smartphone - aggiungeremo un 6°senso alla nostra percezione: la Realtà
Aumentata (AR o Augmented Reality) aggiunge un ulteriore livello al mondo che
percepiamo.
Emiliano Reali è nato a Roma. Nel
2001 è tra i vincitori del concorso nazionale "Giovani Parole"
indetto dalla scuola Holden di Torino con il racconto La Corda d’argento
contenuto in Sul ciglio del dirupo. La sua prima pubblicazione risale all'anno
2004 con il romanzo Ordinary (Serarcangeli), divenuto nel 2008 uno spettacolo
teatrale per "Il Progetto Speciale Teatro 2007/2008" patrocinato dal
Comune di Roma e dalla SIAE. Tra le pubblicazioni due favole illustrate, Il
cristallo del cuore (Edigiò, 2008) e La reggia di luce (Edigiò, 2009),
utilizzate come testi nelle scuole elementari. Sempre nel 2009 pubblica il
romanzo Se Bambi fosse trans? (Azimut) un'opera di successo che ha riscontrato
grande interesse critico. Nel 2011 pubblica Il seme della speranza (Diamond),
testo adottato nelle scuole superiori per i ragazzi del biennio. Nel 2012
pubblica Sul ciglio del dirupo (DEd’A) una raccolta di racconti. Reali scrive
inoltre per il cinema; è autore del cortometraggio Santallegria (MKM, 2011) con
protagoniste Serena Grandi e Monica Scattini. Il suo sito internet è
www.emilianoreali.it
ORDINARY - Emiliano Reali, DEd’A
2013 (Prefazione di Massimo Arcangeli)
ISBN 978-88-96121-83-2, f.to 15x21, pag 176 - €
12,00
Info ed Ufficio Stampa - T. (+39)
389 6075337 redazionie@dedaedizioni.it www.dedaedizioni.it
giovedì 22 agosto 2013
mercoledì 21 agosto 2013
martedì 20 agosto 2013
Mino De Santis a Veglie (Lecce) il 22 agosto ’13
Mino De Santis presenterà il suo
nuovo lavoro dal titolo “Muddhriche” che esce per l’etichetta Ululati di Lupo
editore a Veglie (Lecce) il 22 agosto. L’organizzazione è a cura della Pro Loco di Veglie, di Veglienews.it , ed ha il
patrocinio del Comune di Veglie. Imperdibile appuntamento dunque giovedi 22
agosto 2013 alle ore 21.30 (dalle ore 20.00 sarà possibile visitare il
Convento, La Cripta della Madonna della Favana e la Chiesa Francescana) presso
il Chiostro ex Convento Francescano di
Veglie (Le)
Ogni qual volta si ascolta Mino
De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini
musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma
anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non
abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere
play. Mino De Santis è a tutti gli effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere
perché ama ancora raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue
istantanee, un pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio
del paese nel riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album
“Muddhriche” prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si raccolgono
piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche minute ed
essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le
"macchiette", i personaggi del paese: “Lu prete” scaltro e smaliziato
o la “La bizoca e la svergognata”, apparentemente diverse ma "le stesse e
l'hanno sempre saputo".
C'è la bellezza e la malinconia degli
"Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il sud
amaro dei “Pezzenti” (feat Nando Popu/Sud Sound System), quegli immigrati
trattati come animali tra “patruni e capurali”, senza diritti o assistenza,
pagati venti euro alla giornata me definiti lo stesso invasori.
E tra
mandolino e fisarmonica, si continua a raccontare di quei “Radical chic”,
quelli bravi a dare definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da
parlare.
A poco a poco le “Muddhriche” compongono il quadro di un uomo che,
come ben rappresentato dalla copertina del disco, dall'alto, osserva,
riconosce, cerca di individuare quelle briciole, le piccole cose che continuano
a dargli godimento. È un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira
a pieni polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone
perché è il suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia.
Il Salento trova nuove parole,
quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto
l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa
riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro
Marino)
Mino De Santis è un ascolto che
il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che
arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella
memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e
Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di
canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida
prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un
linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato,
rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con
il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la
chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un
materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca).
Autoironico e impietoso… lo
definirei un “verista” per come descrive la realtà sociale e soprattutto quella
di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla
in versi. È un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a
qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta
anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità,
un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità
“popolare” oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De
Santis).
INFO
lunedì 19 agosto 2013
sabato 17 agosto 2013
venerdì 16 agosto 2013
lunedì 12 agosto 2013
Mino De Santis domani a Platea d’Estate a Tuglie presentato da Tommaso Ricci del Tg2
Nell'ambito delle manifestazioni
"Platea d'Estate" del comune di TUGLIE con il patrocinio del Comune
di Tuglie e dell’Assessorato al Turismo del Comune di Tuglie, il 13 agosto 2013
alle ore 21,00 in
Piazza Garibaldi a Tuglie (Lecce) ci sarà il concerto di MINO DE SANTIS che
presenterà il suo nuovo lavoro Muddhriche (Ululati, Lupo editore). Introdurrà la serata un ospite d’eccezione
il giornalista Tommaso Ricci (responsabile della redazione cultura e spettacoli
del Tg2 - Rai).
Ogni qual volta si ascolta Mino
De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini
musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma
anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non
abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere
play.
Mino De Santis è a tutti gli
effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora raccontare e lo
fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un pittore
impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel riferire
vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album
"Muddhriche" prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si
raccolgono piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche
minute ed essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le
"macchiette", i personaggi del paese: "Lu prete" scaltro e
smaliziato o la "La bizoca e la svergognata", apparentemente diverse
ma "le stesse e l'hanno sempre saputo". C'è la bellezza e la
malinconia degli "Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà
ma anche il sud amaro dei "Pezzenti"(feat. Nando Popu / Sud Sound
System), quegli immigrati trattati come animali tra "patruni e capurali",
senza diritti o assistenza, pagati venti euro alla giornata me definiti lo
stesso invasori.
E tra mandolino e fisarmonica, si continua a raccontare di
quei "Radical chic", quelli bravi a dare definizioni, che hanno così
poco da dire ma tanto da parlare.
A poco a poco le "Muddhriche"
compongono il quadro di un uomo che, come ben rappresentato dalla copertina del
disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca di individuare quelle briciole, le
piccole cose che continuano a dargli godimento. È un carnevale di personaggi e
situazioni, dove si respira a pieni polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio
che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al
sogno di anarchia.
Mino De Santis - "Il Salento trova nuove parole, quelle
puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo
e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino
De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che
il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che
arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella
memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e
Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di canzone
popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida
prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un
linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato,
rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con
il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la
chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un
materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca)
Autoironico e impietoso … lo
definirei un "verista" per come descrive la realtà sociale e
soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la
realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore ingenuo e intellettualmente
onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha
l'anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una
singolare genialità, un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi
accomodante musicalità "popolare" oggi cosi volgarmente e
insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)
Tommaso Ricci, nato a Colleferro (Roma) nel 1957, si è laureato in
Filosofia con Augusto Del Noce. È stato redattore del mensile Trenta Giorni ed
attualmente è il responsabile della redazione cultura e spettacoli del tg2. È
anche curatore di Mizar, rubrica settimanale di approfondimento culturale del
tg2.
Info
Ufficio Stampa OverecoAgenzia
domenica 11 agosto 2013
sabato 10 agosto 2013
venerdì 9 agosto 2013
giovedì 8 agosto 2013
mercoledì 7 agosto 2013
martedì 6 agosto 2013
lunedì 5 agosto 2013
domenica 4 agosto 2013
sabato 3 agosto 2013
venerdì 2 agosto 2013
Puteca all’aperto da Kurumuny domani a Martano
In occasione della terza ed ultima serata della
rassegna Sentieri a Sud, sabato 3 agosto, dalle 21.00 in località Kurumuny
a Martano si terrà la presentazione ufficiale del progetto “Le Salentine carte
da gioco”.
Per questa serata, la suggestiva campagna di
Kurumuny diventerà una puteca
all’aperto, per ritrovare l’atmosfera di un’epoca in cui le puteche erano i luoghi della socialità,
della convivialità e dello svago dopo un’intera giornata di lavoro.
Un tempo diffusissime in tutta la provincia e poi
progressivamente scomparse, tanto che oggi si possono contare sulle dita di una
mano, le puteche sono
state dei veri e propri centri di aggregazione. Racconta Luigi Chiriatti, tra i
più importanti ricercatori di storia orale, che proprio la puteca era il
luogo dove si potevano ritrovare i grandi cantori della comunità. L’ambiente
ideale dove, tra un mezzoquintu di vino e una partita a carte, questi
personaggi raccontavano storie e si lasciavano andare in finissimi canti, che
oggi costituiscono quel corpus sonoro
che è pietra miliare della nostra terra. Lungi dall’essere luoghi incantevoli e
paradisiaci, di tanto in tanto le puteche erano anche teatro di sonore
litigate e comunque ambienti prevalentemente frequentati da un pubblico
maschile adulto.
L’augurio è di
trascorrere una piacevole serata, all’insegna del buon cibo genuino e della
socialità.
Saranno ospiti ‘U Papadia e Guitar Armando con Mercati
generali, racconto in musica.
Sarà proposto un menù popolare, si potranno
gustare pezzetti di cavallo al sugo, melanzane fritte, friselle ‘ncapunate,
uova lesse, frittura di paranza e bruschette con ricotta forte e sarde. Il
tutto tra una partita a scopa e un buon bicchiere di vino.
* * *
Le Salentine sono carte da gioco regionali, che attraverso la rivisitazione
dei quattro semi raccontano la simbologia del Salento, offrendo cenni su
tradizioni, riti e miti, usi e costumi e riferimenti architettonici.
La realizzazione manuale, l’attenzione per il
dettaglio, il recupero del simbolismo della tradizione e la cura del packaging
fanno de Le Salentine un vero e proprio oggetto d’arte.
In pochi “centimetri plastificati” è racchiusa
l’anima pulsante di un territorio. Il gioco diventa così un modo per entrare in
una terra in punta di piedi e scoprirne le bellezze.
Mercati
generali
è un viaggio divertente che congiunge
due mondi diversi, il Salento e Roma, animato dai sogni di due ragazzi alla
fine degli anni ’70, ambientato nella notte che vive e lavora, mentre le città
dormono ignare.
Info:
info@kurumuny.it
| 3299886391 | 0832801528
upapadia@gmail.com | 338 681488
giovedì 1 agosto 2013
LEOPOLDO, UN AMICO A MOTORE BATTENTE di Carmen MARI (Lupo editore)
La fine dell’anno scolastico
rende triste Leopoldo, uno scuolabus magico che vive per i suoi bambini. Come
farà a stare senza di loro per tutta l’estate? E, una volta trovata la geniale
soluzione, come portare in gita la piccola Giulia, la bimba speciale a cui
tutti vogliono bene? Una stravagante combriccola di amici si inventa vacanze
che più belle non si può, ma non finisce qui, perché in contrada Lamalunga…
Carmen Mari - Docente
specializzata ha compiuto percorsi di studio presso la Facoltà di Psicologia
dell'Università La Sapienza di Roma dove ha approfondito speciali tecniche
didattiche e di comunicazione. Collabora con le Facoltà di Scienze della
Formazione delle Università di Bari – Foggia – Lecce e con Agenzie Territoriali
in qualità di Docente Formatore. Conduce corsi per l'infanzia di motivazione
alla lettura e scrittura creativa, anima laboratori grafico-tattili e fa del
gioco un ricco veicolo per meravigliose possibilità di crescita. È creatrice
della collana "ilibriazzurri" edizione Suma, ha pubblicato con La
Scuola Brescia, Omega Torino, Giunti Firenze, N. Milano Bologna, Ragusa Bari,
Suma Bari. La sua grande passione è la scrittura, apprezza la pittura il teatro
e i viaggi. Ama rifugiarsi nella sua bianca casa fra gli ulivi del Salento
luogo molto amato e ispiratore di magiche storie.
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