venerdì 23 agosto 2013

L'uomo per te - Domenico Protino

ORDINARY di Emiliano Reali rinasce... e diventa un ARBOOK




A circa dieci anni di distanza Emiliano Reali decide di confrontarsi con se stesso e riscrive Ordinary. Il suo primo romanzo, divenuto nel 2008 spettacolo teatrale. Dal vecchio Ordinary lo separano esperienze e successi, uno stile più maturo ed una forte crescita professionale ed interiore, ma è sempre lo stesso sentimento a guidare l’autore nel nuovo ORDINARY: la “speranza”. “Mi sono voluto confrontare con me stesso, a circa dieci anni di distanza” – dice Emiliano Reali ai microfoni di RAI Radio1. ORDINARY è una finestra che si apre sulla vita di Diego. Ha vent'anni, è giovane, inesperto e omosessuale. Si trova a vivere in una società non ancora pronta ad accoglierlo. Cercherà l'amore ma la paura del giudizio bloccherà i suoi partner che si doneranno solo a metà, lasciando crescere in lui un vuoto per ciò di cui viene privato, ovvero l'autenticità di un amore. Cercherà però di reagire grazie all'amicizia e alla voglia di viaggiare e tenere in piedi i suoi progetti. Sarà vittima di omofobia ma quella violenza non lo piegherà realmente. Proprio quando penserà di aver trovato il vero amore, scoprirà di essere vittima inconsapevole della rabbia e della frustrazione. Ma c'è un modo per uscire dal baratro Dalla prefazione di Massimo Arcangeli: “C’è sempre un barlume di speranza, invece, per l’uomo che rinuncia a essere lupo all’uomo, per chi decide di rimanere cerbiatto anche se un lupo, azzannandolo senza finirlo, gli ha iniettato il suo virus. È la possibilità di riscattarci che ci fa ergere sui nostri istinti più bassi, che ci consente di mostrare la parte migliore di noi. E quando una tale possibilità diviene racconto, e quel racconto s’affida all’atavica potenza dell’accostamento metaforico dell’animale all’uomo, e quell’accostamento sa di esperienza vissuta o patita, e di una visione del mondo chirurgicamente naïf, la lettura riesce a disarmarci. Sono l’immediatezza, la semplicità e un contagioso candore la forza di questo libro.” e diventa un ARBOOK (Augmented Reality Book).  Con ORDINARY, oggi la DEd’A Edizioni lancia il primo ARBOOK in Italia, il primo libro che non smetterà mai di raccontare storie. Nascosti, tra le pagine del romanzo di Emiliano Reali, come gemme preziose, marker di riconoscimento, saranno l’innesco per vivere questa nuova esperienza. Avremo a nostra disposizione immagini mai viste del giovane autore, saremo trasportati nei suoi ricordi più belli, sentiremo i perché e le motivazioni che lo hanno spinto a riscrivere ORDINARY, ci faremo ammaliare dalle sue splendide parole magistralmente recitate. ORDINARY è il primo ARBOOK in Italia. Il Libro di carta, si trasformerà nell’innesco di una nuova realtà, le sue pagine, le sue immagini, daranno vita ad un luogo dal quale sarà possibile estrarre ulteriori informazioni, storie ed esperienze multimediali, sia oggi che nel tempo, sia qui che in luoghi specifici, anche solo per pochi momenti irripetibili. Attraverso i nostri dispositivi - iphone, ipad, smartphone - aggiungeremo un 6°senso alla nostra percezione: la Realtà Aumentata (AR o Augmented Reality) aggiunge un ulteriore livello al mondo che percepiamo.

Emiliano Reali è nato a Roma. Nel 2001 è tra i vincitori del concorso nazionale "Giovani Parole" indetto dalla scuola Holden di Torino con il racconto La Corda d’argento contenuto in Sul ciglio del dirupo. La sua prima pubblicazione risale all'anno 2004 con il romanzo Ordinary (Serarcangeli), divenuto nel 2008 uno spettacolo teatrale per "Il Progetto Speciale Teatro 2007/2008" patrocinato dal Comune di Roma e dalla SIAE. Tra le pubblicazioni due favole illustrate, Il cristallo del cuore (Edigiò, 2008) e La reggia di luce (Edigiò, 2009), utilizzate come testi nelle scuole elementari. Sempre nel 2009 pubblica il romanzo Se Bambi fosse trans? (Azimut) un'opera di successo che ha riscontrato grande interesse critico. Nel 2011 pubblica Il seme della speranza (Diamond), testo adottato nelle scuole superiori per i ragazzi del biennio. Nel 2012 pubblica Sul ciglio del dirupo (DEd’A) una raccolta di racconti. Reali scrive inoltre per il cinema; è autore del cortometraggio Santallegria (MKM, 2011) con protagoniste Serena Grandi e Monica Scattini. Il suo sito internet è www.emilianoreali.it

ORDINARY - Emiliano Reali, DEd’A 2013 (Prefazione di Massimo Arcangeli)
ISBN 978-88-96121-83-2, f.to 15x21, pag 176 - € 12,00
Info ed Ufficio Stampa - T. (+39) 389 6075337 redazionie@dedaedizioni.it www.dedaedizioni.it

martedì 20 agosto 2013

Governo anuncia municípios selecionadas para receber recursos do PAC Cidades Históricas

Mino De Santis a Veglie (Lecce) il 22 agosto ’13




Mino De Santis presenterà il suo nuovo lavoro dal titolo “Muddhriche” che esce per l’etichetta Ululati di Lupo editore a Veglie (Lecce) il 22 agosto. L’organizzazione  è a cura della Pro Loco di  Veglie, di Veglienews.it , ed ha il patrocinio del Comune di Veglie. Imperdibile appuntamento dunque giovedi 22 agosto 2013  alle ore 21.30  (dalle ore 20.00 sarà possibile visitare il Convento, La Cripta della Madonna della Favana e la Chiesa Francescana) presso il Chiostro ex Convento Francescano  di Veglie (Le)

Ogni qual volta si ascolta Mino De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere play. Mino De Santis è a tutti gli effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album “Muddhriche” prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si raccolgono piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche minute ed essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le "macchiette", i personaggi del paese: “Lu prete” scaltro e smaliziato o la “La bizoca e la svergognata”, apparentemente diverse ma "le stesse e l'hanno sempre saputo". 
C'è la bellezza e la malinconia degli "Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il sud amaro dei “Pezzenti” (feat Nando Popu/Sud Sound System), quegli immigrati trattati come animali tra “patruni e capurali”, senza diritti o assistenza, pagati venti euro alla giornata me definiti lo stesso invasori. 
E tra mandolino e fisarmonica, si continua a raccontare di quei “Radical chic”, quelli bravi a dare definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da parlare. 
A poco a poco le “Muddhriche” compongono il quadro di un uomo che, come ben rappresentato dalla copertina del disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca di individuare quelle briciole, le piccole cose che continuano a dargli godimento. È un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia.

Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca).
Autoironico e impietoso… lo definirei un “verista” per come descrive la realtà sociale e soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. È un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità “popolare” oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis).


INFO

lunedì 12 agosto 2013

Direto do Planalto - 12 de agosto

Mino De Santis domani a Platea d’Estate a Tuglie presentato da Tommaso Ricci del Tg2



Nell'ambito delle manifestazioni "Platea d'Estate" del comune di TUGLIE con il patrocinio del Comune di Tuglie e dell’Assessorato al Turismo del Comune di Tuglie, il 13 agosto 2013 alle ore 21,00 in Piazza Garibaldi a Tuglie (Lecce) ci sarà il concerto di MINO DE SANTIS che presenterà il suo nuovo lavoro Muddhriche (Ululati, Lupo editore). Introdurrà la serata un ospite d’eccezione il giornalista Tommaso Ricci (responsabile della redazione cultura e spettacoli del Tg2 - Rai).


Ogni qual volta si ascolta Mino De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere play.
Mino De Santis è a tutti gli effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album "Muddhriche" prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si raccolgono piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche minute ed essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le "macchiette", i personaggi del paese: "Lu prete" scaltro e smaliziato o la "La bizoca e la svergognata", apparentemente diverse ma "le stesse e l'hanno sempre saputo". C'è la bellezza e la malinconia degli "Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il sud amaro dei "Pezzenti"(feat. Nando Popu / Sud Sound System), quegli immigrati trattati come animali tra "patruni e capurali", senza diritti o assistenza, pagati venti euro alla giornata me definiti lo stesso invasori. 
E tra mandolino e fisarmonica, si continua a raccontare di quei "Radical chic", quelli bravi a dare definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da parlare. 
A poco a poco le "Muddhriche" compongono il quadro di un uomo che, come ben rappresentato dalla copertina del disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca di individuare quelle briciole, le piccole cose che continuano a dargli godimento. È un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia.


Mino De Santis - "Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)

Mino De Santis è un ascolto che il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e Francesco Aprile)

Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca)

Autoironico e impietoso … lo definirei un "verista" per come descrive la realtà sociale e soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità "popolare" oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)

Tommaso Ricci, nato a Colleferro (Roma) nel 1957, si è laureato in Filosofia con Augusto Del Noce. È stato redattore del mensile Trenta Giorni ed attualmente è il responsabile della redazione cultura e spettacoli del tg2. È anche curatore di Mizar, rubrica settimanale di approfondimento culturale del tg2.

Info

Ufficio Stampa OverecoAgenzia

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venerdì 2 agosto 2013

Puteca all’aperto da Kurumuny domani a Martano





In occasione della terza ed ultima serata della rassegna Sentieri a Sud, sabato 3 agosto, dalle 21.00 in località Kurumuny a Martano si terrà la presentazione ufficiale del progetto “Le Salentine carte da gioco”.

Per questa serata, la suggestiva campagna di Kurumuny diventerà una puteca all’aperto, per ritrovare l’atmosfera di un’epoca in cui le puteche erano i luoghi della socialità, della convivialità e dello svago dopo un’intera giornata di lavoro.

Un tempo diffusissime in tutta la provincia e poi progressivamente scomparse, tanto che oggi si possono contare sulle dita di una mano, le puteche sono state dei veri e propri centri di aggregazione. Racconta Luigi Chiriatti, tra i più importanti ricercatori di storia orale, che proprio la puteca era il luogo dove si potevano ritrovare i grandi cantori della comunità. L’ambiente ideale dove, tra un mezzoquintu di vino e una partita a carte, questi personaggi raccontavano storie e si lasciavano andare in finissimi canti, che oggi costituiscono quel corpus sonoro che è pietra miliare della nostra terra. Lungi dall’essere luoghi incantevoli e paradisiaci, di tanto in tanto le puteche erano anche teatro di sonore litigate e comunque ambienti prevalentemente frequentati da un pubblico maschile adulto.
L’augurio è di trascorrere una piacevole serata, all’insegna del buon cibo genuino e della socialità.

Saranno ospiti ‘U Papadia e Guitar Armando con Mercati generali, racconto in musica.

Sarà proposto un menù popolare, si potranno gustare pezzetti di cavallo al sugo, melanzane fritte, friselle ‘ncapunate, uova lesse, frittura di paranza e bruschette con ricotta forte e sarde. Il tutto tra una partita a scopa e un buon bicchiere di vino. 



* * *

Le Salentine sono carte da gioco regionali, che attraverso la rivisitazione dei quattro semi raccontano la simbologia del Salento, offrendo cenni su tradizioni, riti e miti, usi e costumi e riferimenti architettonici.
La realizzazione manuale, l’attenzione per il dettaglio, il recupero del simbolismo della tradizione e la cura del packaging fanno de Le Salentine un vero e proprio oggetto d’arte.
In pochi “centimetri plastificati” è racchiusa l’anima pulsante di un territorio. Il gioco diventa così un modo per entrare in una terra in punta di piedi e scoprirne le bellezze.


Mercati generali è un viaggio divertente che congiunge due mondi diversi, il Salento e Roma, animato dai sogni di due ragazzi alla fine degli anni ’70, ambientato nella notte che vive e lavora, mentre le città dormono ignare.



Info:

info@kurumuny.it | 3299886391 | 0832801528

upapadia@gmail.com | 338 681488

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giovedì 1 agosto 2013

LEOPOLDO, UN AMICO A MOTORE BATTENTE di Carmen MARI (Lupo editore)



La fine dell’anno scolastico rende triste Leopoldo, uno scuolabus magico che vive per i suoi bambini. Come farà a stare senza di loro per tutta l’estate? E, una volta trovata la geniale soluzione, come portare in gita la piccola Giulia, la bimba speciale a cui tutti vogliono bene? Una stravagante combriccola di amici si inventa vacanze che più belle non si può, ma non finisce qui, perché in contrada Lamalunga…

Carmen Mari - Docente specializzata ha compiuto percorsi di studio presso la Facoltà di Psicologia dell'Università La Sapienza di Roma dove ha approfondito speciali tecniche didattiche e di comunicazione. Collabora con le Facoltà di Scienze della Formazione delle Università di Bari – Foggia – Lecce e con Agenzie Territoriali in qualità di Docente Formatore. Conduce corsi per l'infanzia di motivazione alla lettura e scrittura creativa, anima laboratori grafico-tattili e fa del gioco un ricco veicolo per meravigliose possibilità di crescita. È creatrice della collana "ilibriazzurri" edizione Suma, ha pubblicato con La Scuola Brescia, Omega Torino, Giunti Firenze, N. Milano Bologna, Ragusa Bari, Suma Bari. La sua grande passione è la scrittura, apprezza la pittura il teatro e i viaggi. Ama rifugiarsi nella sua bianca casa fra gli ulivi del Salento luogo molto amato e ispiratore di magiche storie.