lunedì 19 gennaio 2009

Questione di sensi

Ti accorgerai quando l’età non ti concederà di aguzzarli ancora.
Scoprirai che c’è un senso che serve ad ogni ora
ed un senso che ti chiede di capire il proprio tempo.
Finché non li assaporiamo tutti, non possiamo dire
di aver vissuto in pieno, fosse anche da vecchi.
Provare la delizia di ogni senso, nella completezza che, lo stesso,
è capace di offrire, e trasportare il tutto nella cassaforte della memoria,
per dopo soffermarci nei momenti in cui non ci restano che ricordi.
Quando meno ci aspettiamo siamo lì, a trafugare in fondo,
nella mente assopita dagli eventi accumulati negli anni:
sapori, odori, rumori, immagini e sensazioni.
Quei cinque sensi che hanno segnato tutti i giorni di un’esistenza.
A cominciare dall’infanzia, il più lontano ricordo
che non può portare oltre a delle sensazioni visive e tattili,
di cose che non esistono più, e che ci chiediamo come mai?
se era così bello…
Poco prima dell’adolescenza, nell’età della lingua, direi,
quella che ti ricorda un sapore di un non so ché,
che non esiste più, e ti chiedi come mai,
se era così buono…
In piena giovinezza, l’età dell’udito,
quella che ti fa conservare i rumori tanto quanto i rancori,
quando le canzoni ti fanno innamorare.
In verità è allora che tutti i sensi sono molto all’erta,
con la funzione di piacere e di piacerti,
e tu nemmeno sai che è l’età del vero godimento.
Potrai ricordare poi, quando di sensi
ne avrai già perso qualcuno, e non solo quelli,
e ti accorgerai che più di un piacere non esiste più,
e ti chiederai come mai,
se era tutto così perfetto…