martedì 26 giugno 2012

TYPOS 0.2 – CARTABIANCA DI GUIDO SGARDOLI (FANUCCI)


In una società dove l’informazione quotidiana è una menzogna, gli agenti Typos sono spacciatori di verità. Una volta scoperta non puoi più farne a meno. I ragazzi della squadra Typos devono scoprire cosa si nasconde dietro ai miracolosi semi transgenici prodotti dai laboratori AgroGen. I semi sembrano in grado di sviluppare piante anche nei terreni compromessi dall’invasione del misterioso fungo nero, un microbatterio che ha gettato sul lastrico migliaia di agricoltori e fatto precipitare la Borsa. Le indagini li portano nell’arido deserto di Dos Passos, dove ha sede la AgroGen. Qui proveranno a introdursi nei segretissimi laboratori utilizzando le doti di Morph e di Gipsy. Ma ogni tentativo sembra vano; senza contare che a mettere loro i bastoni tra le ruote c’è il terribile Cartabianca, l’uomo senza volto. Quando però sembra che la verità possa trionfare, giunge un fatto inaspettato e sconvolgente...
Guido Sgardoli, nato a San Donà di Piave nel 1965, vive e lavora a Treviso. Laureato in Veterinaria, ha coltivato anche la passione per il disegno, l?animazione e la scrittura. Dopo l?esordio con Salani nel 2004, ha scritto numerosi titoli di narrativa dedicati al pubblico dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti con i più importanti editori italiani. Molti suoi libri sono stati tradotti all?estero. Ha vinto il Premio Bancarellino 2009 con Eligio S. I Giorni della ruota (Giunti) e l?Oscar della narrativa per ragazzi, il Premio Andersen 2009, come miglior autore; il Premio Cento 2012 con Due per uno (Nuove Edizioni Romane) e il Premio LiBeR 2012 con The Frozen Boy (Edizioni San Paolo), romanzo con cui è stato selezionato dalla International Board on Books for Young People Italia (IBBY) come miglior scrittore nella Honour List 2012. Con Fanucci Editore ha pubblicato anche La grande avventura di Geremia Smith, nella collana Collezione Tweens.

TYPOS 0.1 VERITÀ DI PIERDOMENICO BACCALARIO


In una società dove l’informazione quotidiana è una menzogna, gli agenti Typos sono spacciatori di verità. Una volta scoperta non puoi più farne a meno. La squadra Typos è in allarme. I mercenari della K-Lab battono la città. Una simile operazione in grande stile deve nascondere qualcosa di grosso. Secondo l’indicazione di un anonimo informatore, dietro il presidente di uno Stato africano si cela in realtà un terribile dittatore che abusa degli aiuti internazionali: da vero signore della guerra, perpetra violenze e soprusi acquistando armi invece di costruire scuole e ospedali. A breve ci sarà un concerto di beneficenza nella Millenium Arena, a Maximum City, e il ricavato andrà a finire nelle tasche di quell’uomo. I ragazzi di Typos si organizzano per impedirlo, cercando anche di svelare l’identità del misterioso personaggio. Ma le cose non vanno come previsto e solo un’ardita mossa permetterà loro di concludere la missione.
Pierdomenico Baccalario, nato ad Acqui Terme nel 1974, è autore di romanzi di avventura e fantasy per ragazzi di enorme successo, che hanno venduto oltre 2 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in 25 Paesi, come le serie Ulysses Moore e Century. Fanucci Editore ha pubblicato nella collana Teens i romanzi Pesci volanti (vincitore del premio White Ravens 2007) e Amaro dolce amore, scritti con Elena Peduzzi, e nella collana Tweens La bambina che leggeva i libri.

domenica 24 giugno 2012

MALINATI DI ANGELA BUBBA (BOMPIANI)


Benvenuti in Calabria, paese di Spartani e Africani sfrattati, delle arance di sangue e dei corpi dimenticati. Il paese delle badanti e dei raccoglitori stranieri, il luogo dei morti bianchi e dei morti neri. Benvenuti nel paese della solitudine. Nel posto della ’ndrangheta e dell’anonimato, delle strade d’arsenico e del passato affondato. Nella terra degli ospedali assassini e dello Stato invisibile, e dove nessuno sembra poter arrivare. Dove tutto si può dimenticare. Benvenuti in una disperazione bianca, nel paese che non ha più miti e che non ha più le parole. Nella più fonda notte dell’Italia, in un’oscurità chiamata Calabria. Benvenuti.

Angela Bubba è nata a Catanzaro nel 1989. Nel 2009 ha pubblicato La casa (Elliot edizioni). Questo è il suo secondo libro.

Il gusto ritrovato - 33 grandi chef per l’Emilia. Con i ragazzi di Masterchef. A cura di Gianluca Ferradino (Mattioli1885)


Un’iniziativa pensata da Mattioli1885 con il supporto di 33 tra i migliori chef sulla piazza, Radio Deejay, Radio 105, i ragazzi di Masterchef e i canali tv di Sky in favore dei terremotati dell’Emilia Romagna. 33 nuove ricette dai grandi maestri del gusto corredate da fotografie e presentare da Paolo Marchi, ideatore di Identità Golose. Dunque i grandi chef si mobilitano per l’emergenza Emilia. Il ricavato verrà interamente devoluto alle comunità emiliane colpite dal terremoto.Gli chef che hanno aderito al progetto, insieme ai ragazzi di Masterchef, una delle trasmissioni culinarie più seguite in assoluto, ci sono: SEBASTIANO ROVIDA, MASSIMO BOTTURA, GINO SORBILLO, MORENO CEDRONI, BRUNO BARBIERI, DAVIDE SCABIN, ALBERTO BETTINI, MATIAS PERDOMO,  SIMONE RUGIATI, MATTEO TORRETTA, OLIVER GLOWIG, GAETANO TROVATO RISTORANTE ARNOLFO, MASSIMILIANO E RAFFAELE ALAJMO, ROY CACERES, VIVIANA VARESE,  RAFFAELE MOR, ITALO BASSI, AURORA NAZZUCCHELLI, ALBERTO FACCANI,  ANDREA DE BELLIS, VALENTINO E MASSIMILIANO RISTORANTE SAN DOMENICO, ELIA E MATTEO RISTORANTE, IL DESCO, GIOVANNI D'AMATO RISTORANTE IL RIGOLETTO, AMBRA MAMBELLI, DINO DE BELLIS, ANTONELLA RICCI, ANDREA ALFIERI, MARCO DAVI, ILARIO VINCIGUERRA, ROSANNA MARZIALE, ANDREA APREA, FRANCESCO SPOSITO, MARCELLO LEONI, GIUSEPPE PALMIERI (SOMMELIER), E I RAGAZZI DI MASTERCHEF.  I GRANDI CHEF SI MOBILITANO PER L’EMERGENZA EMILIA. IL RICAVATO VERRÀ INTERAMENTE DEVOLUTO ALLE COMUNITÀ EMILIANE COLPITE DAL TERREMOTO

venerdì 22 giugno 2012

Marito è moglie di Régis de Sá Moreira (Aisara)

Uno scrittore in crisi creativa e un’affermata agente letteraria sono sull’orlo della separazione quando una mattina si ritrovano a farsi la guerra l’uno nel corpo dell’altra. Con leggerezza e un pizzico d’ironia, Régis de Sá Moreira affronta questa volta il problema dell’incomunicabilità e dell’incomprensione tra uomini e donne. In Francia è in uscita il film tratto da questo libro.
                         
“In piedi, davanti allo specchio del vostro armadio, provi uno a uno i vestiti di tua moglie e finisci per infilarti una minigonna in pelle e degli stivali di leopardo. Ti guardi affascinato e ti chiedi perché non si vesta mai in questo modo. Tua moglie ti guarda e ti chiede se conti davvero di uscire così. Le chiedi perché no. Ti dici che sembra gelosa. Ti dice che sembri una puttana. Le fai notare che non sei stato tu a comprare quella minigonna e quegli stivali. E lei ti ricorda che era per una serata in maschera.”

Régis de Sá Moreira è nato nel 1973 nella periferia parigina da padre brasiliano e madre francese. Autore di vari romanzi, ha riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica, ottenendo nel 2002 il premio Le Livre Élu.

mercoledì 20 giugno 2012

La conca del tempo, di Elio Lanteri. Prefazione di Bruno Quaranta. Postfazione di Marino Magliani (Transeuropa). Intervento di Nunzio Festa


Gli intellettuali appartati esistono ancora. Ma uno dei maggiori è scomparso nel 2010, e si chiamava Elio Lanteri. Scrittore di suo, potremmo dire, oltre che grande lettore per esempio di Char e Lorca, Lanteri nel suo ora postumo "La conca del tempo" ci spiega, tramite sempre Damìn, il Ponente ligure che s'affaccia negli occhi dei fenicotteri, nelle orecchie del macaone, nella solidità liquida del Calvados - sempre e ovunque amico presente. Persone nel paesaggio. E, meglio, un paesaggio di persone; oltre che descrizioni personalizzate, persino. Il lirismo di questa breve e flautata opera letteraria, inoltre, s'assume il compito di scoprire che la natura si vince con la natura: il mistero dell'acqua non può che esser salutato da quattro giovani lavoranti e invaghiti di Liguria e Marsiglia. Dal fine settembre che riaccoglie i fenicotteri, alle chiacchierate d'un Bellagioia e d'una Rosy. Il mistero più grande, però, sta nella memoria: nel ricordo per l'esattezza. Perché Lanteri fa scorrere l'acqua dolce dell'infanzia che si fa futuro insieme a piccoli progretti di vita e discorsi ancor più piccoli ma evidentemente superiori alla monotonia monologante del nulla di vagheggiamenti contro-natura. Vedrete, come dire, non ridurre o ridursi tutto e il tutto alla passione per il calcio e similari. La commossa e pure questa lirica assai introduzione firmata da Quaranta, poi, che è impostata e strutturata all'esatto contrario del contributo scritto del Magliani, afferma tutti gli altri concetti di conterraneità e anti-sensazionalismo utili alla letteratuta di Lanteri. Premio Biamonti, ricordiamo, all'anno della sua morte. E che scompare lasciando l'altra magnificienza "La ballata della piccola piazza", pubblicato sempre dai massesi di Transeuropa. I vari Rovelli, Vaccari eccetera che, sostenuti proprio dallo scrittore Marino Magliani, e non lo diciamo per puntiglio di 'tecnica' editoriale, hanno giustamente deciso di rimettere in vita la scrittura spiritante e quasi fiabesca ma dannatamente perentoria coi luoghi dell'Elio Lanteri accolto nella giusta e appropriata quanto adeguata al testo "Narratori delle riserve". Mentre, diciamo, sarà un caso, è da poco tornato in libreria il romanzo d'esordio di Celati "Comiche" (Quodlibet).

martedì 19 giugno 2012

SIMULAZIONI ALL'ACAYA GOLF CLUB


Nella splendida cornice dell’Acaya Golf Club (Strada Comunale di Acaya Km 2) dal 20 giugno al 12 luglio 2012 ci sarà una prestigiosa mostra d’arte che vedrà coinvolti alcuni tra i più prestigiosi artisti contemporanei viventi salentini di fama nazionale e internazionale: Raffaele Capraro, Fabio De Donno, Sandro Greco, Corrado Lorenzo, Cosimo Marullo, Antonio Massari, Piero Paladini, Paola Scialpi. L’appuntamento che ha il titolo emblematico di “Simulazioni” nasce da un’idea della fotografa leccese Ornella Cucci, e aprirà al pubblico con un’inaugurazione prevista per il 20 giugno alle 19,30. Ciascun artista seguendo il proprio percorso di ricerca è intervenuto pittoricamente sulle foto della Cucci, trasformando un immagine fotografica in un ibrido foto-pittorico di grande impatto  emotivo ed evocativo. Ogni immagine foto-pittorica presentata offre un modello di esistenza altro, e consente al fruitore di osservare lo svolgersi dinamico di una serie di eventi che attingono alla quotidianità più pura, ovvero si parte da azioni e contesti che ciascuno può vivere giorno dopo giorno e che necessitano di un salto logico per comprenderne il simbolo, la bellezza e la forza della vita. Il progetto a cui hanno aderito Raffaele Capraro, Fabio De Donno, Sandro Greco, Corrado Lorenzo, Cosimo Marullo, Antonio Massari, Piero Paladini, Paola Scialpi  su invito di Ornella Cucci non è una trasposizione logico-matematica-procedurale di un "modello concettuale" della realtà ... anzi è un percorso d’emozione che inchioda il pubblico a riflettere attraverso le immagini su ciò che è veramente conta
                                                           
INFO

DOUBLETREE BY HILTON ACAYA GOLF RESORT
Strada Comunale di Acaya Km 2
Cap: 73029
Città: ACAYA–FRAZ. DI VERNOLE
Prov.: LECCE
E - mail: info.acaya@hilton.com
 Tel.0832/861385 - fax:0832/861384


lunedì 18 giugno 2012

GLI OROLOGI DEL PAESE DI ZAULù di Carla Saracino (Lupo editore)


Nel paese di Zaulù gli orologi improvvisamente smettono di funzionare: è l'occasione per entrare in un mondo antico abitato da creature curiose che hanno il coraggio nel cuore, la sfida dell'impossibile nelle vene, la promessa della bellezza sugli occhi. Dieci fiabe per dieci avventure che passeggiano sulla corda dell'immaginazione: dal capriccioso Orologaio, un orologiaio al contrario che invece d'aggiustar orologi li distrugge, a Benblù, eroe per caso chiamato a salvare l'amore di una caraffa ballerina, passando per ombrellai, ginepri parlanti, mercanti, Re e Principesse, fabbricanti di Destini, fornai scalzi, fantasmi di vescovi e impavide ragazze. Sullo sfondo luoghi riposti nelle scatole degli incantesimi, sopravvissuti alle eccedenze della modernità, scenari di grandi sentimenti ma anche di minuscoli dettagli in grado di trasformare la morte in vita e la vita in un sogno perfetto. Un libro di cartone che può essere letto tanto dai bambini quanto dagli adulti e che invita a riflettere sulle responsabilità della parola e dei suoi poteri visionari.

Carla Saracino - Nasce nel 1980 a Maruggio (Taranto). Autrice in versi, ha pubblicato I milioni di luoghi (Lietocolle, 2007, Premio Saba Opera Prima). Sue poesie sono apparse su Nuovi Argomenti (Mondadori), Specchio di La Stampa, l’immaginazione (Manni), Tabula rasa (Besa) e su varie antologie, tra cui quella curata da Giuseppe Goffredo, Poeti Circus (poiesis). Ha partecipato a diverse rassegne e letture di poesia, in particolare a quelle del teatro Out Off e a quelle della Casa della Poesia di Milano. Nel febbraio 2009 è uscito il suo libro di fiabe “14 fiabe ai 4 venti” (Lupo editore). E’ stata finalista al Premio Cetonaverde Poesia. Insegna Lettere a Milano.

domenica 17 giugno 2012

11-12 Luglio 2012 – Asfalto Teatro presenta: LE BAGATELLE DI MISTER MACBETH. Da Shakespeare a Céline. Lecce, Teatro Paisiello


TEATRO PAISIELLO – Lecce 11 e 12 Luglio 2012 – ore 21.00. Regia: Aldo Autieri.  Aiuto regia: Davide Morgagni. Con: Aldo Augieri, Mariela Cafazzo, Andrea Cariglia, Toto’ Del Popolo, Davide Morgagni, Maria Chiara Provenzano, Manuela Tondo.  Scenografia: Daniele Sciolti e Antonio Cazzato.  Costumista: Fiamma Benvignati. Luci: Musiclub. Rumoristica: Andrea Cariglia. Tecnico del suono: Emanuele Autieri.  Trucco: Bianca Sitzia.
Note di regia: L’OPERAZIONE BAGATELLA, VERA E PROPRIA OPERAZIONE CHIRURGICA SUL CORPO CADAVERICO DEL TESTO SHAKESPEARIANO, NASCE DAL DESIDERIO DI VOLER MASSACRARE I FLUSSI MALEFICI E INCANTATORI CHE IMPRIGIONANO IL CORPO SCENICO – CHE LO CONDANNANO ALL’ESECUZIONE E ALLA RAPPRESENTAZIONE SOCIALE DEL SENSO E ALLA SUA VOLONTÀ DI CONSENSO
– CHE COS’È UN CORPO CADAVERICO??
– CHE COS’È UN CORPO ATTRAVERSATO DA UNA CRISI INFINITA??
– E ANCORA COSA C’È DI PIACEVOLE NELL’IMBOCCARE UN VICOLO CIECO??
LA TRASFUSIONE DI SANGUE CÉLINIANO NEL CORPO SHAKESPEARE, È TRASFUSIONE RITMICA, ELETTRICA, CHE SCUOTE E LIBERA L’ATTORIALITÀ DAL SONNAMBULISMO DISPOTICO DEL LINGUAGGIO E DAI SUOI MECCANISMI, DAI SUOI COMPLOTTI, CHE NE AMPLIFICA LE POTENZE PARANOICHE DEL FARNETICO, RENDENDO VISIBILI LE FORZE DEPRESSIVE CHE LO GOVERNANO.

INFO
cell. 338.24.33.222 – 329.97.41.727
asfaltoteatro@libero.it
Prevendite presso:
Museo del Teatro Romano, via degli Ammirati, tel. 0832/279196 (dal lun. al sab., dalle 9.30 alle 13.30)
Shulùq, via Palmieri 37/A, tel. 0832/242284 (tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 17.00 alle 22.00)
Costi biglietti:
Intero 12 €
Ridotto studenti 8 €
Loggione 8 €
(Si informano gli spettatori che il teatro è dotato di impianto di climatizzazione/aria condizionata)

sabato 16 giugno 2012

In libreria dal 21 giugno 2012 La casa sul fiume di Penny Hancock. Traduzione di Elena De Giorgi (Time Crime – Fanucci)


Esordio noir teso e denso, forte di una bellissima contestualizzazione in cui l’acqua, il fiume, le correnti sono così presenti da condividere con Sonia a Jez il ruolo di protagonista. La storia, narrata in prima persona da Sonia, la protagonista, fa sì che il lettore viva dall’interno i dissidi, le contraddizioni, i sogni, i ricordi di questa donna che, nella sua follia, è così disperatamente “normale”, così simile alla moltitudine di mogli e madri sospese tra la quotidianità di un’esistenza apparentemente senza scossoni e gli urti di una frustrazione sempre latente che qui, d’un tratto, diventa tanto urgente da cancellare ogni cosa, famiglia, affetti, equilibrio mentale. Di più: il contesto più ampio che ruota intorno alla protagonista è una camera d’echi di tutto quello che sostanzia, da sempre, il dolore “clandestino” delle donne: un dolore fatto di tutto e niente, di vite spese in riti sempre uguali, di incomunicabilità mai risolte affogate in piccole e grandi sbornie solitarie, di figli e mariti e amici sempre presenti e mai realmente conosciuti.

Greenwich, Londra. In un freddo pomeriggio di febbraio Sonia, 43 anni, apre la porta di casa (una vecchia, splendida magione che si affaccia sul Tamigi e che lei ama definire, da sempre, “the River House”) e lasciando entrare Jez, 15 anni, amico del figlio e  nipote di una sua cara amica. Il ragazzo viene per un motivo qualsiasi (vorrebbe vedere un raro disco di vinile del marito di Sonia, Greg, che al momento non è in casa), ha intenzione di restare in casa una mezzora o poco più.  Non ne uscirà più.  Con una progressione geometrica, un passo dopo l’altro, senza che ci sia nulla di prestabilito, Sonia inizia a far sì che il momento in cui il ragazzo lascerà the River House venga via via rimandato: inizialmente è una piccola sbornia innocente che si prendono insieme, poi diverrà una pratica quotidiana fatta di sonniferi sciolti nelle bevande, di una lunga reclusione nel garage (evidentemente, semi abbandonato) nel cortile antistante, di legacci che tengono Jez stretto alla spalliera del letto. Il ragazzo  non sa cosa pensare: Sonia nutre per lui un’attrazione fisica che è ha una forte componente materna; sostiene di volerlo proteggere, lo coccola, lo nutre con delizie sempre nuove, continua ad affermare che presto lo lascerà andare, che il tutto è una specie di gioco a termine. Il ragazzo non ha tuttavia alcuna voglia di partecipare: ma non ha scelta, Sonia ha fatto sparire il suo cellulare, lui non ha modo di contattare nessuno, quando il marito e il figlio della donna sono in casa si ritrova recluso nel freddo e nel buio del garage. Si ammala,  rischia di morire; poi, grazie alle amorevoli (ma ossessive, asfissianti) cure della protagonista, il suo stato di salute migliorerà.  Nel frattempo, le indagini sulla scomparsa del ragazza si serrano in cerchio intorno alla River House: ma sarà Helen, la zia di Jez, la sola a pagare per una verità che la donna non ha ancora messo a fuoco. Un giorno va a trovare Sonia e trova una t-shirt del ragazzo, realizza cosa sta accadendo, e paga con la vita. Sonia uccide Helen, e ne fa scomparire il corpo tra le gelide correnti del fiume (un fiume che conosce bene, che è stato il leitmotiv della sua infanzia lì, in quella casa che si affaccia sull’argine); ma le indagini continuano, il cerchio si fa ancora più serrato.
Il finale è sorprendente: tutto lascerebbe pensare che il ragazzo morirà o verrà liberato in tempo, tertium non datur: e invece Sonia lo lascerà andare (dopo averne preso un calco in gesso, così da serbarne, tangibilmente,  la memoria), e si consegnerà poi al suo destino, le accuse, l’arresto, la detenzione in un istituto psichiatrico. Penny Hancock, logopedista in una scuola elementare di Londra, vive a Cambridge con il marito e i tre figli. La casa sul fiume, suo romanzo d’esordio, verrà tradotto in dieci paesi; i diritti cinematografici e televisivi sono stati acquisiti dalla Festival Films.

«La sola cosa che conta, la sola cosa che vale la pena raccontare, è l’interiorità dei personaggi, cosa accade sotto la superficie. Scrivere è un’immersione nel profondo: niente di più e niente di meno.» (Penny Hancock)

venerdì 15 giugno 2012

In libreria dal 21 giugno 2012 La trilogia nera di Dave Zeltserman. Traduzione di Marta Dilani (TimeCrime – Fanucci)


Una trilogia di hardboiled brutali e irriverenti per tre scalcagnati, indimenticabili antieroi: Zeltserman si è guadagnato, di diritto, un posto d’onore nel sanguinoso Pantheon del crime.


Contea di Bradley,  Vermont. L’ex poliziotto Joe Denton ha appena finito di scontare sette anni per il tentato omicidio del procuratore distrettuale. Si illude di aver chiuso con il passato, con la violenza, la droga e le scommesse: ma un crimine di quel genere è impossibile da dimenticare.  Kyle Nevin è  invece un “bravo ragazzo”,  gestisce gli affari nei quartieri a sud di Boston. Ammazza solo se costretto, non pesta i piedi a nessuno: eppure Red Mahoney, il suo boss, lo vende all’FBI.  Quando Nevin esce di galera ha quindi una sola cosa in mente: fare a pezzi Red. Per racimolare qualche dollaro organizza un rapimento, ma niente va come dovrebbe…
Nè la fortuna sorride  a Leonard March, sgherro “storico” del mafioso  Sal Lombard. Quando dopo quattordici anni le porte del carcere  gli si aprono davanti, per mettere insieme due pasti caldi al giorno si ritrova a pulire gabinetti. Non sarebbe poi così male, per uno che ha sessantadue anni  e ventotto omicidi sulla coscienza:  ma si ci si può reinventare una vita “normale” quando là fuori tutti vogliono la tua testa?

Dave Zeltserman è nato a Boston nel 1959. Laureato in matematica, ha lavorato per venticinque anni nello sviluppo di software per grandi aziende di comunicazione. Nel 2004, in seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo, Fast Lane, ha deciso di dedicarsi alla crime fiction e alla pratica del kung fu. Per Fanucci Editore ha pubblicato Piccoli crimini (2010), con cui si apre la pluripremiata trilogia del “bastardo uscito di prigione” di cui  La vera storia di Kyle Nevin costituisce il secondo volume e Killer il terzo.

«Ho deciso di raccontare le imprese dei miei “bastardi usciti di prigione” in prima persona perché sono tutti e tre totalmente inaffidabili. Se non li avessi fatti parlare con la propria voce ci avrebbero raccontato solo un mucchio di balle.» (Dave Zeltserman)

giovedì 14 giugno 2012

“Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” edito da Kurumuny a Cannole


Sabato 16 giugno 2012 alle ore 20,30 presso la Pro Loco di Cannole (Le) in via Cesare Battisti ci sarà la presentazione del booklet con doppio cd  “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” edito da Kurumuny con contributi critici di LUIGI CHIRIATTI, CIRO DE ROSA, SALVATORE ESPOSITO, RAFFAELE CRISTIAN PALANO, ADRIANA BENEDETTA PETRACHI. È previsto il saluto del sindaco Adriana Benedetta Petrachi e a seguire gli interventi di Luigi Chiriatti; Salvatore Esposito; Raffaele Cristian Palano. Al termine del dibattito ci sarà l’intervento-performance musicale a cura delle cantrici di Cannole.

“Ricci i tuoi capelli – Arie e canti popolari di Cannole” aggiunge un ulteriore tassello nel percorso di ricerca musicale al quale la casa editrice salentina Kurumuny, con assiduità, dedica parte del suo ricco catalogo; basti pensare ad uscite recenti come “Corimondo”, “Canti e suoni della tradizione di Carpino”, “Uccio Aloisi il Canto della Terra”, “Uccio Bandello la Voce della Tradizione”, dove la formula del booklet+cd reinventa la trasmissione della tradizione.
“Ricci i tuoi capelli” dà voce a un canto tutto al femminile. La maggior parte del repertorio presente in questo lavoro è rappresentato dai canti diffusi in tutta la Penisola e questo elemento conferma, ancora una volta, come la poesia popolare e la sua musica, che toccano corde del sentire comune, sono conosciute ovunque, appartengono a tutti e suscitano uguali sentimenti anche se il “modo” di esecuzione assume caratteristiche diverse e le fanno appartenere al luogo e al tempo in cui vengono eseguiti. Al centro dell’indagine che ha dato vita a questa pubblicazione è la voce che è corporeità, spessore, timbro, calore comunicativo, e che si fa mezzo per riannodare i fili della memoria, per narrare, testimoniare. I canti a sole voci di questa raccolta possiedono una marcata valenza emozionale: sono storie più o meno conosciute, che raccontano dell’amore, della fatica del lavoro, delle relazioni sociali, della quotidianità, dell’emigrazione, della lontananza.
Il cantare di queste donne è giocoso e nudo, senza orpelli e senza palchi e riflettori, un cantare distante dai codici spettacolari che è il segno di quanto l’analisi della pluralità sonora salentina non possa darsi del tutto completata e riveli ancora tesori, al di là del mare, sole, mieru (vino) e pizzica, giustamente celebrati, ma più spesso spacciati e consumati con superficialità. Il volume è corredato da due Cd che contengono un’antologia di brani scelti, per un totale di 42 tracce

Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Provincia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole.

mercoledì 13 giugno 2012

L'avvocato del re di Serena Camboa (Lupo editore) a Casarano


Il 16 Giugno 2012 alle ore 19.00 press il sedile comunale Piazza San Giovanni a  Casarano ci sarà la presentazione del romanzo “L'avvocato del re” di  Serena Cambia (Lupo editore). Interverranno insieme all’autrice Sergio Stefano,  Maria Chiara Pino. L’introduzione musicale è a cura di Claudia Placì. Durante la serata ci sarà una degustazione di vino a cura dell’azienda Santi Dimitri.

Non sono certo intuito ed ambizione a mancare a Martina Borghesi, giovane avvocato del Foro leccese, segnata da una traumatica esperienza che la lega contraddittoriamente al brillante Teodorico Fuortes.
Quando la bellissima Cinzia viene trovata cadavere nella fangosa campagna salentina, ad essere accusato del delitto è il fidanzato Giacomo, perfetto capro espiatorio. Chiamata ad assisterlo da Fuortes, Martina scopre presto che nulla è come sembra: oscure ingerenze viziano le indagini, mentre un'accesa campagna elettorale suscita inimicizie e sospetti incrociati.
L'avvocato viene a conoscenza di scottanti risvolti della vita locale che la guidano verso una verità terribile e devastante.
Un legal thriller all'italiana in cui si intrecciano giochi di potere, introspezioni psicologiche, cinico arrivismo e il sogno del grande amore.

Avvocato cassazionista, si occupa in prevalenza di diritto bancario e dei mercati finanziari
In campo accademico e professionale ha scritto numerosi articoli e saggi: Il nuovo reato di usura: dallo stato di bisogno al tasso di soglia, in Quaderni di ricerca, Dipartimento Studi Giuridici, Università degli Studi di Lecce, 1997; La riforma del reato di usura, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n. 1/98; Ancora sulle società professionali: una questione dibattuta, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n. 4/98; I patti parasociali alla luce della disciplina dettata dal Testo Unico della Finanza, in Quaderni di ricerca, Dipartimento Studi Giuridici, Università degli Studi di Lecce, Lecce, n. 12, 2001; Le indagini in banca, cosa resta del segreto bancario?, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n. 1/02. L'avvocato del re è la sua prima opera di narrativa.

lunedì 11 giugno 2012

Il rumore dei tuoi passi di Valentina D’Urbano (Longanesi)


In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato "la Fortezza", Beatrice e Alfredo sono per tutti "i gemelli". I due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un'amicizia ruvida come l'intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un'amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie dei vent'anni, la voce di Beatrice è stanca e strozzata. E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.

venerdì 8 giugno 2012

“Alice non è più nel paese delle meraviglie” (Youcanprint) di Marianna Lunardoni


Il lavoro di Marianna Lunardoni dal titolo emblematico “Alice non è più nel paese delle meraviglie”, è un’opera interessante e degna di considerazione per alcuni motivi. Primo fra tutti il ritmo e il respiro della scrittura, incalzante, che tiene desta l’attenzione per tutte le 188 pagine del libro. Secondo aspetto non meno importante è una certa padronanza nei “trucchi” del mestiere circa la proposta scritturale e  narrativa, che rende l’autrice non semplicemente una “penna di mestiere”, ma anzi autrice che si rivela come una discreta e felice sorpresa. Visi, azioni, vite presenti nelle pagine di questo libro coinvolgono emozionalmente in maniera così forte il lettore, da far rivivere sulla propria pelle tutto come se fosse vera la finzione narrativa. Terzo aspetto e che  può sorprendere il lettore che si imbatte nella lettura di “Alice non è più nel paese delle meraviglie”, è una fresca dote propria della Lunardoni di raccontare testi e contesti storici con una capacità di sintesi propria del giornalismo d’inchiesta e un’abilità di strutturare un plot di questo tipo che va al di là di un normale esordio.  Il contesto geografico in cui si muovono i protagonisti (da Annika a Corina, da Ray a Grethe sino ad Adrian) è l’Africa, e per la precisione  Johannesburg, la più grande città del Sud Africa, una delle 50 maggiori aree metropolitane del mondo, e la fonte in assoluto di un grande commercio di diamanti e oro, grazie alla sua posizione sul ricco giacimento di minerali presente sotto le colline di Witwatersrand. Scendendo ancor più nello specifico, si parla di Johannesburg  e di Soweto, “città separata” dalla fine del 1970 fino al 1990, acronimo di "Comuni Sud-Occidentali ", la banlieu di Johannesburg, ovvero un insieme di insediamenti alla periferia. Lunardoni lavora di fino a mettere nero su bianco, attraverso gli occhi di Annika la protagonista,  tutte le aberrazioni di un regime di controllo di massa fondato sulla supremazia della razza, la bianca sulla nera. Supremazia dettata dalla paura ancestrale dei bianchi, di venire schiacciati dalla volontà di lotta dei neri, per la giustizia e l’eguaglianza sociale in Johannesburg. Lunardoni parla direttamente alla coscienza del lettore, alla coscienza di chi sa quanto quella porzione di storia del genere umano, che passa sotto il nome terribile di apartheid, sia stata forse  determinata da oscuri giochi di potere economico, di grande e incosciente spregiudicatezza da parte dei paesi infausti colonizzatori, appartenenti al Commonwealth. La forza di un’operazione narrativa di questo genere deve essere ravvisata anche  nello scandaglio socio-antropologico che l’autrice porta avanti, ed individuabile nella lotta silenziosa al razzismo portata avanti – nel contesto delle vicende narrate – da parte di bianchi illuminati, che rischiano la propria libertà, la propria incolumità pur di far trionfare il diritto all’uguaglianza che appartiene a tutte le popolazioni del mondo e prerogativa indispensabile di tutte le democrazie che si definiscono tali. Ma anche nella descrizione della forza e della dignità solidarizzante della cultura zulu, forza antagonista per eccellenza. Interessante anche l’analisi in punta di penna dei movimenti di sinistra forti oppositori del regime razzista di Johannesburg e l’intelligente richiamo ai padri putativi della lotta antirazzista a Johannesburg da Nelson Mandela a Steve Biko.

giovedì 7 giugno 2012

La Chimera di Praga di Laini Taylor (Fazi – collana Lain)


Già finalista al National Book Award, con La chimera di Praga Laini Taylor ha visto confermati il plauso e l’interesse della critica oltre al successo di pubblico. Il suo romanzo, finalista all’Andre Norton Award è stato tra i migliori dieci libri del 2011 per Amazon, segnalato da New York Times, Publishers Weekly, Kirkus Reviews e School Library Journal come uno dei libri migliori del 2011. Ambientata tra Praga, città magica degli alchimisti, e la casbah fumosa di Marrakech, la storia di Karou è un modern fantasy nel quale reinterpreta la mitologia legata alle chimere. I diritti di traduzione del libro sono stati acquisiti in 25 Paesi e quelli cinematografici dalla Universal Pictures, dopo un’infuocata asta tra 5 major.
«C’era una volta un angelo che s’innamorò di un diavolo… ma il loro era un amore impossibile». Karou è una persona speciale. Ha dei capelli naturalmente blu splendenti come seta e una filigrana di tatuaggi su tutto il corpo. È di casa nei vicoli più stretti di Praga come nei caotici mercati di Marrakech, e parla quasi tutte le lingue del mondo, e non solo quelle umane. Ma Karou ha un segreto. A volte scompare per giorni, nessuno sa dove. E nemmeno lei sa quale sia la sua origine. Fino a quando, un giorno, non appaiono su molte porte in giro per il mondo misteriose impronte nere. Delle sconosciute figure alate, arrivate da una fessura nel cielo, le imprimono nel legno e nel ferro. Una di loro incontra Karou nell’affollata città vecchia di Marrakech: è allora che inizia un amore le cui radici affondano in un violento passato. Alla fine Karou scoprirà di sé più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Laini Taylor è autrice di altri tre romanzi: Blackbringer e Silksinger, della serie Dreamdark, e di Lips Touch: Three Times, romanzo arrivato finalista al National Book Award. Vive a Portland, in Oregon, con il marito, l’illustratore Jim Di Bartolo, e la figlia Clementine.

martedì 5 giugno 2012

"Il libro delle parole altrimenti smarrite" di Sabrina D’Alessandro (Edizioni Rizzoli) all’ex Convitto Palmieri di Lecce.


Fidapa Lecce e Loft Gambero Rosso di Lecce organizzano per  mercoledí 6 giugno 2012 alle ore 18,00 presso l'ex teatrino del Convitto Palmieri  in Piazzetta Carducci a Lecce, la presentazione del libro di Sabrina D'Alessandro " Il libro delle parole altrimenti smarrite". Edizione Rizzoli. Introduce Salvatore Cosentino  (Giudice); saluti di Cristina Caiulo pres F.I.D.A.P.A. Sez di Lecce.  Letture di Carla Guido - attrice e operatrice culturale
“Il Libro delle parole altrimenti smarrite” di Sabrina D'Alessandro, prefazione di Stefano Bartezzaghi
C’è un modo straordinariamente rotondo per definire un uomo di bassa statura e alta considerazione di sé: «salapùzio». Una parola poco, pochissimo usata, ma colorita e sonora; quattro semplici sillabe capaci di contenere la complessità di un tipo umano, di raccontarla in modo sincero e immediato, trasformando una realtà sgradevole in allegra catarsi canzonatoria. Aspre o scioglievoli, enigmatiche o lampanti, le parole hanno la capacità di dare voce a cose che altrimenti non vedremmo, creando un’idea dove prima non c’era, e ci consentono di far risuonare la realtà in modo nuovo, diverso. Le parole non solo sono interessanti, ma soprattutto sono piene di bellezza. Dimenticarle, sostituirle, semplificarle è un po’ come appiattire la nostra stessa percezione della realtà, rinunciando a sfumature e colori che raccontano e trasformano l’identità delle relazioni umane. Ogni tanto fa bene concedersi un momento di «risquitto», così come variare con una «rùzzola» o un «raperónzolo» i soliti turpiloqui può giovare al fegato e portare la bile a essere meno commossa. Queste parole esistono anche per aiutarci a vedere e a vivere meglio; tornare a usarle, tornare ad apprezzarle e ad amarle non significa solo salvaguardare un patrimonio linguistico, ma alimentare la ricchezza, e l’allegria, del nostro immaginario profondo. (Sabrina D’Alessandro)
SABRINA D’ALESSANDRO, creativa pubblicitaria e fondatrice dell’Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, da anni indaga le potenzialità espressive del linguaggio e coltiva una «collezione » di parole che rappresentano il filo conduttore della sua ricerca artistica e l’anima di questo libro.

lunedì 4 giugno 2012

(AA.VV) RETROBOTTEGA 2 (EDITO DA CFR)


Sulla scorta della precedente “Retrobottega”, anche per il 2012 abbiamo curato e allestito questa nuova antologia, dedicata a poeti a nostro avviso validi, ma che non hanno spazio nell’editoria. I nomi sono stati scelti dopo l’attenta osservazione di prove che sono state inviate al concorso Turoldo e al concorso Fortini.  36 autori sono stati invitati ad aderire a “Retrobottega 2” e 12 vi hanno fatto parte. Si sa infatti, che nei concorsi letterari, anche quelli più seri, non tutti possono giungere ai primi posti, anche se la qualità delle opere presentate è eccellente. Per chi organizza concorsi, come il sottoscritto, non è facile rassegnarsi al verdetto della giuria che è costretta, per forza di cose e suo malgrado, a “tagliare”, a de-cidere. Questo, per dire che “Retrobottega 2” non è un’antologia composta di testi e nomi rabberciati e per puri fini commerciali: è nostra cura, infatti, salvaguardare prima di tutto il lettore offrendo testi che, al di là dei gusti personali, siano validi. CFR non è infatti un editore che pubblica chiunque “purché respiri”. E non potrebbe essere altrimenti, almeno per coerenza con le cose che da anni andiamo dicendo. Anche qui, come nel precedente tomo, il lettore troverà stili molto diversi ma con la necessaria introduzione critica, che gli permetterà di entrare nella logica delle tematiche e dello stile di ogni autore, di comprendere le “sue ragioni” e il perché delle sue scelte stilistiche e tematiche: vogliamo, anche qui, prendere le distanze da quelle raccolte antologiche dove nulla è introdotto ma tutto viene lasciato al caso. L'antologia contiene sillogi di:  Semira Baldi, di San Donato Milanese; Celestino Casalini, di Piacenza; Manuel Comazzi, di Genova; Caterina Davinio, di Roma; Piera Giordano, di Castellamonte (Torino); Giovanna Iorio, di Roma; Rosemily Paticchio, salentina; Giovanni Marco Pruna, di Iglesias; Marco Righetti, di Roma; Francesco Sassetto, di Venezia; Giuseppe Vetromile, di Madonna dell'Arco (Napoli), e Pasquale Vitagliano, di Terlizzi (Bari).

domenica 3 giugno 2012

VITTORIA COPPOLA ALLA BIBLIOTECA DI TUGLIE


Proseguono presso la Biblioteca Comunale “Tommaso Fiore Gnoni” (ha sede in via Risorgimento) la serie di incontri con autori contemporanei salentini per la rassegna sotto la lente degli “Amici della Biblioteca”.
Oggi domenica, 3 giugno 2012,  ci sarà alle ore 20.00 la 26enne scrittrice leccese Vittoria Coppola, laureata in Lingue e Letterature Straniere, che dal punto di vista letterario e professionale ha visto la sua vita al centro delle cronache culturali quando la redazione del Tg1 del format “Billy”, dedicato ai libri, ha eletto “Gli occhi di mia madre” (Lupo Editore/EdizioniAnordest), come il più bello della stagione 2011.
 Un libro che racchiude il tema dei sentimenti che legano una madre e una figlia e il desiderio di quest’ultima di affrancarsi da un affetto pesante come un macigno. Ad intervistare la scrittrice la giovane scrittrice ci saranno  Elio Ria e Paola Sperti. Interverrà il noto critico letterario e dantista Luigi Scorrano, che ha pubblicato numerosi saggi e recensioni su importanti riviste letterarie. Autore fra l’altro di “Don Francesco Pedretti. Una sguardo largo quanto il mondo”, “Tra il Banco e l’altre rote. Letture e note dantesche”, “Un inno ed un sospiro. Adele lupo di Casarano”, “Carmelo Arnisi. Un maestro-poeta dell’800”, “Le corone, i troni. Immaginette mariane. Libri di pietà e devozione alla Vergine tra Otto e Novecento”, “Il Dante “fascista”: saggi, letture, note”, “Il polso del presente. Poesia, narrativa e teatro di Cesare Giulio Viola”, “Presenza verbale di Dante nella lettura italiana del Novecento”.

Una serata culturale che sarà caratterizzata anche dalla lettura di pagine del romanzo dall’attore a cura di Antonio Calò.

Per informazioni: Tel. 0833596235 Biblioteca; e-mail: bibliotecamica@comune.tuglie.le.it

venerdì 1 giugno 2012

RICCI I TUOI CAPELLI - ARIE E CANTI POPOLARI DI CANNOLE. A cura di Luigi Chiriatti con illustrazioni di Lucio Montanaro (Kurumuny Edizioni)


Esiste un altro Salento, diverso da quello da cartolina. È il Salento più autentico e vero, quello della quotidianità, fatto di storie, di gente, di paesi arsi dal sole che vivono all’ombra delle chiese e delle masserie in pietra leccese. Dopo aver apprezzato la forma, la curiosità richiede, necessita che venga svelata anche la sostanza, l’anima, il cuore di questa terra. Lontane o solo lambite dai circuiti turistici sopravvivono, infatti, tante piccole realtà piene di fascino dove la memoria dell’antico resiste al lento scorrere del tempo e all’incessante galoppare della modernità. Incorniciati da teorie di ulivi che procedono senza soluzioni di continuità, i paesi del Salento nascondono e custodiscono piccoli grandi tesori, e tocca alla curiosità del turista o del ricercatore scoprirne la bellezza più profonda, quella che riannoda i fili del tempo. Uno di questi è senza dubbio Cannole, piccolo paese situato nella zona centro-orientale del Salento, noto ai più per la famosa sagra della Municeddha (lumaca), oltre che per lo splendido parco Torcito, che conserva una meravigliosa masseria fortificata del XVII secolo. Qualche altro, tra i cinefili, ricorderà certamente che la sua vecchia stazione fu una delle tappe dello splendido road movie ferroviario Italian Sud Est della Fluid Video Crew di Davide Barletti, ma in pochi rammentano che nel 1480, questa area accolse gli otrantini sopravvissuti al sanguinario sacco della loro città ad opera di Gedik Ahmed Pashà e soprattutto che fino agli inizi del XIX secolo questo paesino era uno dei decatría choría, ovvero i tredici paesi della Terra d’Otranto che conservavano la lingua e le tradizioni greche, oggi meglio noti come Grecìa salentina. E lo spirito musicale qui è ancora vivo, infatti questa piccola cittadina custodisce anche un altro piccolo grande patrimonio culturale rappresentato da Rosaria Campa, Vincenza Agrosì, Assuntina Tomasi, Gina Luperto, Eva Serra, Rosalba De Lorenzis, e Ada Nocita, sette donne fra i cinquanta e settanta anni, che quasi per caso si sono ritrovate a cantare insieme e da quel momento non hanno smesso di condividere questa comune passione. Nel corso degli ultimi anni la loro attività, fatta di piccole esibizioni, per lo più private, ha suscitato l’interesse di diversi musicisti e ricercatori salentini che si sono avvicendati per studiare e approfondire il loro repertorio, ma sono state poi loro a cercare Luigi Chiriatti, spinte dal desiderio di lasciare una traccia dei loro canti. Le donne di Cannole hanno cominciato a cantare insieme in diverse e svariate circostanze: quando andavano insieme sul pullman che le portava alle terme, in giro nelle scampagnate con gli amici. Cantare per loro significa incontrarsi, cucinare, mangiare, dialogare, spettegolare in un tempo che non è caratterizzato dal ricordo del passato, ma che è il presente, il loro modo di esserci e di vivere oggi la loro presenza. Il canto come categoria espressiva del bello che non serve, come in passato, a esorcizzare la morte, la durezza della vita e il destino di una non umanità, ma che rappresenta se stesse in relazione alla loro comunità. Canto come gioia, socializzazione, un modo di ironizzare su altri e su se stesse, alternativa ai luoghi comuni della televisione e della globalizzazione. Per loro cantare è stare insieme, giocare, ricavarsi uno spazio libero dalle trame tradizionali dei rapporti ufficiali sottomessi a regole di facciata, un luogo e un tempo della contemporaneità che sfugge a qualsiasi tipologia della ricerca e della documentazione classica. Per loro cantare è fare partecipi gli altri del loro benessere psicofisico: la loro memoria non è spezzata. Il loro repertorio è come un grande magazzino, un “granaio della memoria” senza categorie, dove i canti hanno uguale importanza e diventano belli ed emozionanti quando decidono di eseguirli siano essi di origine propriamente salentina o di altra derivazione. Le donne di Cannole quando cantano ci regalano emozioni che ci coinvolgono e ci fanno gioire del presente del loro incontro. La maggior parte del loro repertorio è rappresentato dai canti diffusi in tutta la Penisola: canti narrativi e romanze delle opere liriche diffuse dalle bande locali. Questo elemento conferma, ancora una volta, come la poesia popolare e la sua musica, che toccano corde del sentire comune, sono conosciute ovunque, appartengono a tutti e suscitano uguali sentimenti anche se il “modo” di esecuzione assume caratteristiche diverse e le fanno appartenere al luogo e al tempo in cui vengono eseguiti. Al centro dell’indagine che ha dato vita a questa pubblicazione è la voce che è corporeità, spessore, timbro, calore comunicativo, ma che significa anche riannodare i fili della memoria, narrare, testimoniare. Non è un dato casuale, considerata la preponderanza che la voce, vista nel suo profilo performativo, ha assunto nell’odierna analisi demo-etno-antropologica. E il Salento è terra di voci e di canti, benché lo si associ più spesso al battito del tamburello e alla danza. I canti a sole voci di questa raccolta possiedono una marcata valenza emozionale. Sono storie conosciute o meno, nel segno delle sfaccettature dell’amore, della fatica del lavoro, delle relazioni sociali, della quotidianità, dell’emigrazione, della lontananza. Canto giocoso e nudo, senza orpelli e senza palchi e riflettori, un cantare distante dai codici spettacolari. La proposta delle cantatrici di Cannole è il segno di quanto l’analisi della pluralità sonora salentina non possa darsi del tutto completata e riveli ancora tesori, al di là del mare, sole, mieru (vino) e pizzica, giustamente celebrati, ma più spesso spacciati e consumati con superficialità. Il volume è corredato da due Cd che contengono un’antologia di brani scelti, per un totale di 42 tracce. Nel repertorio delle donne di Cannole sono confluite arie, romanze e canti narrativi provenienti da tutta Italia: probabilmente ciò è dovuto al fatto che in questo gruppo ci sono donne che hanno vissuto all’estero per venticinque, trent’anni e che certamente hanno avuto rapporti con connazionali provenienti da altre zone della nostra penisola. Anche i canti salentini del loro repertorio provengono da zone diverse come il Capo o le aree di Martano e altre zone del Salento. Alcune di queste donne infatti non sono native di Cannole: una proviene da Martano, un’altra da Poggiardo, un’altra ancora è originaria di Galatina, trasferitesi poi a Cannole per ragioni di lavoro o piuttosto perché hanno sposato qualcuno del posto. Probabilmente da bambine hanno ascoltato i canti del loro luogo di origine e poi li hanno conservati come antichi ricordi di famiglia.

Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole.