mercoledì 14 ottobre 2009

Buona samaritana

Da che ero una ragazzina mi sono sentita attratta dai deboli, tristi e solitari. Forse perché anch'io mi sentivo spesso così. Mi avvicinavo con piacere a persone anziane, a bambini silenziosi e distaccati, per un intimo desiderio di dare consolazione e considerazione. Ero dispiaciuta in partenza che altre persone non si fossero accorte di quello che mi accorgevo io. Poi, una volta stabilito il primo contatto, in base ad ogni situazione, mi mettevo a parlare, inizialmente di cose banali per poi addentrarmi in argomenti più personali e coinvolgenti, fino a riuscire a distoglierli dal loro stato che tanto mi aveva incuriosita. E quale gioia provavo nel concludere che era bastato dare così poco di me stessa per strappare un sorriso e un motivo per essere allegri.
Ora sono una adulta, compagna e madre. Ho cercato di passare i miei sentimenti a chi ha fatto parte della mia vita fino ad oggi. Il tempo e gli eventi mi hanno cambiata ma non nel profondo. Dentro di me esiste ancora la ragazzina che notava chi era triste e solo. Il problema è che fuori (di me) le persone non si fanno più avvicinare, compresi bambini e vecchi. Il mondo intero sembra essersi chiuso. Ma io non mollo. Sono un'idealista per eccellenza. Ho sempre speranza nell'essere umano, malgrado le frequenti delusioni.
Questa mattina parlavo con una persona, raccontavo di mia figlia, appena adolescente, dal carattere già così definito da sembrare ferma e incorrutibile. La persona si augurava che mia figlia rimanesse così, che non facesse come tanti altri, cresciuti adolescenti pieni di energie, trasformati negli anni in adulti troppo accondiscendenti e conformisti, adattabili a tutte le condizioni, principalmente quelle che non comportano grandi sacrifici né lotte.
No. Non penso che mia figlia cambierà. Mi piace avere l'idea che noi (suo padre e io) le abbiamo istillato il senso della giustizia e della libertà, in dosi tali da capire i propri limiti e i limiti dell'essere umano. Nelle stesse dosi ci abbiamo messo anche tanta speranza, perché lei non pensi che sia inutile lottare e credere nei propri sogni. E' un bagaglio che anche altri potranno usufruire in futuro. Con ciò riuscirà a realizzare qualcosa di buono, anche senza abbracciare nessuna religione ed essere definita "pagana". Del resto lo erano i samaritani ma sono tutt'oggi presi d'esempio.

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