lunedì 16 marzo 2009

Come nasce la creatività?

Ho scoperto da soli quattro anni un autore brasiliano, per mia fortuna ancora in vita, che semplicemente mi delizia con il suo modo di filosofare sulla vita. Si chiama Rubem Alves. Una persona piena di risorse, che non finisce mai di mettersi in discussione. Non si sa dove comincia l’uomo e dove finisce il poeta. Teologo, filosofo, pedagogo, ha la capacità di rendere qualunque discorso molto chiaro e ovvio, cosa che apprezzo immensamente.
Per chi, come me, cerca di scrivere, di trasmettere le proprie emozioni attraverso le parole, trovare una persona così preparata sui sentimenti più profondi dell’uomo, qualcuno che trasformi semplici pensieri in pura poesia, è estremamente appagante.
Vi trascrivo in seguito alcune sue riflessioni. Faccio mie le sue parole, perché erano in me già da tanto, ma la poca esperienza non mi ha permesso di capire, con la stessa semplicità. Perché lui è così. Così naturale che viene da pensare come mai non si è arrivati prima, alle stesse conclusioni.
Allora, deliziatevi anche voi con questi vari stralci dal libro “La musica della natura”, appunto, di Rubem Alves.
“Cosa avrebbe portato Dio a creare? Quando siamo felici non pensiamo a creare. Non c’è bisogno. Godere la felicità è abbastanza. L’impulso creativo ci viene quando sentiamo che manca qualcosa, che la vita potrebbe essere migliore. Creiamo per curare la nostra infelicità.
Il poeta tedesco Heine ha scritto un poema, “La canzone del Creatore”, nella quale lui dice che Dio ha creato perché era ammalato. Ha creato per rimanere in salute. Dio ha creato solo perché il suo mondo degli spiriti, angeli e realtà spirituali non gli bastava. Lui aveva fame di forme, colori, profumi, suoni, gusti. La creazione è il banchetto che Dio ha preparato per la sua fame. Dio ha fame di materia. Dio ha fame di bellezza. La creazione è un poema che descrive la culinaria divina. Ciò che Lui ha creato è ciò che gli dà piacere. Nessuno potrebbe pensare che Dio può creare qualcosa peggio di quanto già esistesse. Se ha creato qualcosa di nuovo è perché questo nuovo era megliore: il nostro mondo è meglio di quanto c’era già sin dall’eternità.(…)
Il movimento dello spirito sta nella direzione della materia. Come spirito puro, Lui è infelice, incompleto. Come una canzone che non viene mai cantata. Quando lo spirito dà forma alla materia, allora abbiamo la bellezza. E, con la bellezza, l’allegria. (…)
Essere spirituale è godere del vento fresco del pomeriggio, godere del profumo del giacinto, sentire il gusto dei frutti, deliziarsi delle forme e dei colori dei fiori, amare le montagne distanti, lasciarsi andare nel freddo delle acque di una cascata, sentire il brivido delle carezze sulla pelle.(…)
Spirituale è il giardiniere che pianta il giardino, il pittore che dipinge un quadro, il cuoco che fa da mangiare, l’architetto che fa una casa, la coppia che genera un figlio, il poeta che scrive un poema, il carpentiere che fa una sedia. La creatività desidera diventare sensibile. E quando ciò accade, ecco la bellezza!"

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