giovedì 5 luglio 2012

Kurumuny edizioni a Bari alla Cantina Cianna Cianne con la mostra tratta da Il Prezzario della rinomata casa del piacere e una preziosa performance musicale


L'Associazione “Nuovo sottano” in collaborazione con la storica Cantina di Cianna Cianne organizzano per venerdì 6 luglio alle ore  20.00 c/o la cantina di Cianna Cianne in Vico Corsioli 3, a Bari un incontro con la casa editrice Kurumuny Il giornalista Vinicio Coppola (Gazzetta del Mezzogiorno) presenterà PREZZARIO della rinomata casa del piacere a cura di Stefano Donno e Anna Chiriatti (kurumuny edizioni) e per l'occasione sarà allestita una mostra di immagini tratte dal volume. La serata proseguirà con un intervento musicale con le donne salentine di Cannole che canteranno brani tratti dal loro disco “Ricci i tuoi capelli” (Kurumuny edizioni) a cura di Luigi Chiriatti (con scritti di Luigi Chiriatti, Ciro De Rosa, Salvatore Esposito, Raffaele Cristian Palano, Adriana Benedetta Petrachi, illustrazioni di Lucio Montinaro. Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS – PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole). La casa editrice KURUMUNY nasce nel 2004, in un Sud animato da un fermento culturale che nel 2001 è stato linfa vitale dell’omonima rivista di cui la casa editrice è naturale proiezione. Ha mosso i primi passi nel mondo del libro con la ferma convinzione di restituire all’editoria un processo creativo e culturale: quest’idea è diventata la sua  vocazione consolidata nel tempo. Un percorso caratterizzato dalla cura artigianale nella costruzione del libro, dall'attenzione agli autori, dalla ricerca del particolare grafico.

Prezzario della rinomata casa del piacere  a cura di Stefano Donno e Anna Chiriatti - Una piccola chicca per gli amanti del genere erotico. Nel 2008 è nato a Parigi il gigantesco archivio on line di fotografie erotiche d’epoca, contiene più di tremila scatti in bianco e nero, risalenti al periodo che va dal 1850 al 1950. La storia del sito affonda le radici nel dna di un parigino, Alexandre Dupoy, collezionista di foto spinte e proprietario di una libreria erotica. La casa editrice salentina Kurumuny pubblica il “Prezzario della rinomata casa del piacere“, un piccolo libro curato da Anna Chiriatti e Stefano Donno e nel quale, accanto a fotografie di nudi in senso classico, eleganti e appolinei - distanti dalle immagini contemporanee stilizzate digitalmente per essere destinati alla pubblicità dei giornali - campeggiano le parole intense dei poeti. Perciò, come sottolineano i curatori nell’introduzione, il Prezzario di Kurumumy è una galleria di fotografie reali, un manifesto della bellezza imperfetta e non certo un catalogo hardcore. Tra uno scatto in seppia e l’altro i Canti erotici dell’Armenia e quelli dei Tuareg, quelli dei Beduini, degli zingari di Mosca, i versi di Verlaine, di Neruda, dei Turcomanni dell’Altai, dei Berberi del Rif e di Keats, di Whitman e di Lorca, e ancora Parini, Gozzano. Cartoline postali per un erotismo quasi romantico come si legge nella nota dell’editore che racconta la collaborazione con Cecilia Mangini, regista documentarista pugliese che ha donato i documenti fotografici suggerendone la pubblicazione avvenuta quando - proprio come in un aneddoto romanzesco - l’editore rintracciò in un mercatino dell’usato la targa in lamiera con gli onorari e le prestazioni che le case del piacere offrivano ai loro clienti, una targa che è diventata, poi, la copertina di questa raccolta di poesie e immagini.


Ricci i tuoi capelli a cura di Luigi Chiriatti (con scritti di Luigi Chiriatti, Ciro De Rosa, Salvatore Esposito, Raffaele Cristian Palano, Adriana Benedetta Petrachi, illustrazioni di Lucio Montinaro. Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS – PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole). 

Le donne di Cannole hanno cominciato a cantare insieme in diverse e svariate circostanze: quando andavano insieme sul pullman che le portava alle terme, in giro nelle scampagnate con gli amici. Cantare per loro significa incontrarsi, cucinare, mangiare, dialogare, spettegolare in un tempo che non è caratterizzato dal ricordo del passato, ma che è il presente, il loro modo di esserci e di vivere oggi la loro presenza. Il canto come categoria espressiva del bello che non serve, come in passato, a esorcizzare la morte, la durezza della vita e il destino di una non umanità, ma che rappresenta se stesse in relazione alla loro comunità. Canto come gioia, socializzazione, un modo di ironizzare su altri e su se stesse, alternativa ai luoghi comuni della televisione e della globalizzazione. Ancora una volta la ricerca etnologico-musicale si fonde con lo stare insieme, creando occasioni di festa che sono anche occasioni di scambio reciproco, per le quali il termine concerto è a dir poco riduttivo.
La maggior parte del repertorio presente in questo lavoro è rappresentato dai canti diffusi in tutta la Penisola: canti narrativi e romanze delle opere liriche diffuse dalle bande locali. Questo elemento conferma, ancora una volta, come la poesia popolare e la sua musica, che toccano corde del sentire comune, sono conosciute ovunque, appartengono a tutti e suscitano uguali sentimenti anche se il “modo” di esecuzione assume caratteristiche diverse e le fanno appartenere al luogo e al tempo in cui vengono eseguiti. Al centro dell’indagine che ha dato vita a questa pubblicazione è la voce che è corporeità, spessore, timbro, calore comunicativo, ma che significa anche riannodare i fili della memoria, narrare, testimoniare. Non è un dato casuale, considerata la preponderanza che la voce, vista nel suo profilo performativo, ha assunto nell’odierna analisi demo-etno-antropologica. E il Salento è terra di voci e di canti, benché lo si associ più spesso al battito del tamburello e alla danza. I canti a sole voci di questa raccolta possiedono una marcata valenza emozionale. Sono storie conosciute o meno, nel segno delle sfaccettature dell’amore, della fatica del lavoro, delle relazioni sociali, della quotidianità, dell’emigrazione, della lontananza. Canto giocoso e nudo, senza orpelli e senza palchi e riflettori, un cantare distante dai codici spettacolari. La proposta delle cantatrici di Cannole è il segno di quanto l’analisi della pluralità sonora salentina non possa darsi del tutto completata e riveli ancora tesori, al di là del mare, sole, mieru (vino) e pizzica, giustamente celebrati, ma più spesso spacciati e consumati con superficialità. Il volume è corredato da due Cd che contengono un’antologia di brani scelti, per un totale di 42 tracce. Nel repertorio delle donne di Cannole sono confluite arie, romanze e canti narrativi provenienti da tutta Italia: probabilmente ciò è dovuto al fatto che in questo gruppo ci sono donne che hanno vissuto all’estero per venticinque, trent’anni e che certamente hanno avuto rapporti con connazionali provenienti da altre zone della nostra penisola. Anche i canti salentini del loro repertorio provengono da zone diverse come il Capo o le aree di Martano e altre zone del Salento. Alcune di queste donne infatti non sono native di Cannole: una proviene da Martano, un’altra da Poggiardo, un’altra ancora è originaria di Galatina, trasferitesi poi a Cannole per ragioni di lavoro o piuttosto perché hanno sposato qualcuno del posto. Probabilmente da bambine hanno ascoltato i canti del loro luogo di origine e poi li hanno conservati come antichi ricordi di famiglia.


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