martedì 21 aprile 2009

Perché dedicarsi alla lettura?

In questo periodo mi accorgo che le mie ricerche di lettura versano sullo stesso tema. Non avevo mai fatto caso. Forse perché sono un’istintiva e non ci penso più di tanto. Finisco comunque per leggere argomenti strettamente collegati alla filosofia, non come materia di studio, ma come forma di vivere. Sono certa, però, che non si tratta di soddisfare un desiderio solo intelettuale.
Ecco che mi ritrovo nuovamente ad autoanalizzarmi, a scrutare la mia stessa mente, cercando dentro di me la risposta ad ogni domanda. Penso a qualcosa che spinge a perfezionare il mio IO. Ma quale sarebbe lo stato di perfezione in un essere umano? Quali sono i parametri mentali e spirituali che conducono alla perfezione?
Senza immergermi ancora in elucubrazioni che non portano a nulla, concludo che ogni mia scelta volge solo verso l’anima. E’ lì che abitano i più profondi sentimenti ed è a questi che cerco di assecondare. E’ solo per passione e per amore che desidero tutto ciò che è bello e che fa star bene tutti i miei sensi.
Lo stesso fatto di scegliere letture di narrativa e saggistica è perché voglio arricchire la mia persona. Quando leggo non lo faccio per distrarmi dal quotidiano, ma per imparare, per confrontare i miei sentimenti con quello dello scrittore, per conoscere altri mondi, altri modi di vivere, per assaporare pensieri diversi dai miei.
E’ una palestra di silenziosa conoscenza la lettura solitaria. Mi entusiasma così tanto che non posso tenermi dentro tutto ciò che sento dopo. Devo per forza condividere con qualcuno, altrimenti il desiderio di espressione muore e la parola non prolifera come dovrebbe, non raggiunge mete inaspettate, non causa sospiri né ammirazione, non incita l’immaginazione e non cambia la rotta mentale di nessuno.
Non so da dove venga tutto questo desiderio di conoscenza. Sarà mica una malattia? Se lo è, spero che sia molto contaggiosa, e che vaghi per il mondo causando una vera e propria epidemia del sapere.

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