giovedì 10 maggio 2007

VIVERE TRA CANARINI

Arrivi in questo paese pieno di colore e d’allegria, famoso per il calcio, per il samba… ahimè, anche per la povertà! Comincia la grande e più allegra avventura in Brasile.
E’ lì che vivono i più bei canarini!
E’ lì che si è concentrata la natura in tutto il suo splendore e il suo esotismo; la ricchezza della terra, i minerali più preziosi, l'abbondanza. Forse è per questo che si trovano gli uccelli più rari, dai colori più sgargianti….
Nascere in mezzo a tutto questo è stata una gran fortuna, non fosse altro che per dire: conosco questo posto.
La mia sensibilità e il mio grande amore per le persone e per la vita, tutto in me si è creato nel momento stesso che ho visto per la prima volta la luce di quel sole che riscalda l’aria 365 giorni l’anno.
Sono cresciuta e poi, poi ho cambiato emisfero. Un po’ per ideali di cultura e di libertà, per lo spirito d’avventura, per il desiderio di conoscere altri mondi, per scoprire il piacere di raccontare a tutti quanto è bello il mio paese. Sarà ancora mio? Sì, lo è! Mi rimane la voglia di riprenderlo nella mia vita quotidiana, di rivedere la gente semplice che Dio non manca di aiutarli a sopravivere, la voglia di assorbire quell'aria tiepida, mai fredda, che fa suonare i campanelli degli spiriti, magari anche schiavi ma sempre saggi; la voglia di assaggiare i sapori frizzanti del cibo un pò copiato, un pò adattato dai vari popoli colonizzatori; la voglia di approfittare della gentilezza, trovata in ogni angolo cristiano e maltrattato, ma posso solo raccontare. Da lontano.
Racconterò della nobiltà di chi vive da poveri, come si vive da credenti non sempre religiosi, come si vive da fiduciosi e sempre speranzosi, tanto fieri, anche della sola povertà, fatta in ogni modo di gesti molto umili, completamenti scontati, e tanto ricchi di umanità.
Guardo sul video del mio moderno pc. Questo stesso che ogni giorno, via internet, mi racconta dello stato di “salute” del mio paese, sommerso da tanti guai, che ancora si racconta in un reportage: "perché guardare la fame dell’Africa, continente tanto lontano oltre oceano, quando qui si muore in 27 milioni dallo stesso male? "
Mi fa tanto pensare, mi fa star male e, curiosamente, assisto alla scena di quell’intervista. Il giornalista avvicina il microfono ad una donna, mamma di famiglia. Chiede cosa ci sarà per pranzo in quella giornata. Da subito la donna abbozza un sorriso, ma è solo per nascondere l’esasperazione, perché dopo si volta di spalle e piange: le lacrime sono una vergogna e la fame non è solo non avere da mangiare, ma è anche morire!
La vergogna di non avere da mangiare si traduce a non essere capace di produrre abbastanza per il proprio sostentamento. Vuol dire non essere degno di vivere in questo mondo, ma quella donna si sente degna, eccome! La sua battaglia dura tutti i giorni della sua vita. I suoi figli saranno meno sfortunati di lei se lei non mollerà. E lei non abbandonerà questa lotta. I suoi figli si vendicheranno della morte, rivendicheranno la vita!
E’ così che nasce l’orgoglio del brasiliano.
Diventa calciatore per togliere dalla fame madre, padre e fratelli minori. E’ così che nascono i “fenomeni” sportivi che diventano miti mondiali. Nei loro paesi sono conosciuti anche per la carità verso altri bambini, e fanno campagne dì sensibilizzazione, e lottano per non perdere la fama, lavorando con i propri muscoli: l’unica loro vera ricchezza!
Racconterò dell’altra faccia di questa moneta. Perché vivere tra i canarini vuol dire anche studiare, concludere cicli universitari, ingegnarsi per entrare nell’hall degli intenditori in tante materie classiche, essere politici combattenti per l’uguaglianza del popolo, fare i giornalisti per denunciare le ingiustizie…. Questa schiera è nascosta dalle brutte notizie che corrono il mondo.
Ci sarebbe tanto da fare per vivere meglio tra i canarini. Comunque, sono molto ricettivi con chi arriva per ammirare i loro colori e le loro prodezze. Ingenuamente aprono le loro porte e accettano le nuove culture, le nuove abitudini, i sapori dei piatti sconosciuti, l’arte europea e la ricchezza promessa dei nordamericani. Non sanno che tutto ciò serve ad estinguere la loro anima e che presto questo paese diventerà una succursale globale, dove trovare un po’ di tutti i paesi super industrializzati.
I miei compaesani canarini sono creduloni. Mi riconosco anch’io, straniera tra gli stranieri, desiderosa di tornare. Magari, potessi insegnare loro come si vive da aquile fiere e orgogliose predatrici, senza mai, però, perdere le loro qualità di persone per bene. Si fa presto ad imparare ad usare unghie e gomiti… ma bisogna saper restare umani.
Se proprio non posso far niente per cambiare, mi tingerò il cuore di colore giallo canarino: dolce, caldo e sapientemente autentico.
Cercherò il sole e l’abbraccio dell’amico nostalgico che mi aspetta con un largo sorriso, per poi raccontarmi tra una “batida” e l’altra, che lì, purtroppo, ancora si muore di fame, si muore da brasiliani!


La dove gli spazi sono ampi e si può volare….
Dove la terra è abbondante e di tutto si può piantare……
Dove nasce una bandiera dai colori della natura
E la gente è fiera anche se non sembra averne molta cura!
Impari i ritmi del samba c la sua poesia
Ti piace il caldo di questo emisfero
Ma temi la fame, la miseria e la tirannia
Altri ricordi del continente nero.
In tutta libertà cresci voli e canti,
anche se non sei del posto e ti chiamano “straniero”
vivi senza tanti rimpianti
perché ormai sei un “canarino” vero!

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