Mi sono permessa di tradurre Mario Quintana (poeta e scrittore brasiliano, nato nel 1906 e morto nel 1994; affermava di scrivere per necessità, uomo curioso e disponibile che inseguiva le novità con una gran sete di sapere, solo per conoscere di più e continuare a scrivere) per poter trasmettere tutta la bellezza della sua semplicità, tutta la profondità dei suoi sentimenti e l'universalità dei suoi concetti che, sono certa, a distanza di moltissimi anni, continuerà a far sospirare gli appassionati della letteratura.
Queste mi hanno emozionato in modo particolare, e mi hanno fatto sorridere! A conferma che la poesia non annoia e non fa solo sospirare:
Progetto di Prefazione
Sagge acutezze...raffinamenti...
- No!
Niente di ciò troverete qui.
Un poema non è per distrarvi
come queste immagini mutanti di caleidoscopi.
Un poema non è quando ti trattiene per apprezzare un dettaglio.
Un poema non è neanche quando ti fermi alla fine,
perchè un vero poema continua sempre...
Un poema che non ti aiuti a vivere e non sappia prepararti alla morte
non ha senso: è un povero sonaglio di parole.
Ah! Gli orologi
Amici, non consultate gli orologi
quando un giorno io me n'andrò dalle vostre vite
nei suoi futili problemi così perdute
che più assomigliano a necrologi...
Perché il tempo è un'invenzione della morte
non lo conosce la vita - quella vera -
in cui basta un momento di poesia
per darci l'eternità intera.
Intera, sì, perché questa vita eterna
soltanto da se stessa è divisa:
non ci sta, in ognuna, una porzione.
E gli angeli si guardano con stupore
quando qualcuno - nel ritornare in sé dalla vita -
casomai gli indagano che ore sono.
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