Scrivere di magistrati è sempre difficoltoso. Ma non per causa di paura.
Partiamo, per spiegarci meglio, da un esempio. Alcuni mesi fa a Matera sbarcò
il sig. Armando Spataro; ovvero colui che, allo stesso tempo, e mentre
l'opinione pubblica applaude sempre e comunque e superficialmente il suo
operato, negli anni Settanta usava, per far uso di metafore, il pugno più che
duro con "l'estremissmo e l'eversione rossa": insomma Spataro è
l'uomo che mantiene nel suo animo una serie di segreti, altro che solamente
'l'indicibile' - concetto che useremo (del quale pure s'abusa) più avanti - ,
su torture e bugie relative, per portare la pietra che è a noi più cara, del
processo a Cesare Battisti ecc. E allo stesso tempo ha sempre lottato contro la
mafia e a Ragion di Stato. Per non dire, ancora, del dott. Turone. Dove
vogliamo andare con queste parolacce? Detto fatto. "Intrigo
Internazionale", interessantissimo volume edito dall'indomabile e comunque
spesso controcorrente Chiarelettere, è una lunga intervista che il giornalista
d'origini lucane Giovanni Fasanella esegue al magistrato, appunto, Rosario
Priore. Il professionista, per intenderci, che fu giudice istruttore del caso
Ustica, dell'attentato all'ultimo papa buono e che, più recentemente, è
intervenuto sull'affaire Moro per raccontare a Mieli (quando era direttore del
Corriere, per dettagliare) che il sig. Kissinger sulla morte del dc più bello
nulla valse. Fasanella, come perfettamente proprone tra l'altro l'editore, chiede
quindi a Priore di raccontare L'indicibile. Propronendo interrogativi di base:
"perché l'Italia dal 1969 è stata funestata dal terrorismo e dalla
violenza politica con centinaia di morti e migliaia di feriti? Perché solo nel
nostro paese?" Che Rosario Priore non lascerà vuoti. Quindi "grazie
ad anni di ricerche, testimonianze, prove, carte private, incontri con ex
terroristi, agenti segreti e uomini politici anche stranieri, Priore
ricostruisce uno scenario internazionale inedito per spiegare il terrorismo e
la strategia della tensione in Italia, testimoniando la verità che finora
nessuno ha potuto certificare attraverso le sentenze (seppure questo tante
volte non risulti vero e comunque arriva quando il magistrato è da tempo in
pensione, nda)". Risposte stese in undici paragrafi. Tra i quali, senza
dubbio, il più vivace reca il titolo "la 'rete' di Feltrinelli". Un
importante documento, in fondo, una lettura della storia reale che non convince
ma che appassiona. Al di là delle tante verità e certezze, cariche di studio, a
sostegno. Seppur, come al solito, tenute nascoste a lettrici e lettori - ché
non troveranno alcun appendice al testo. Un libro, però, che per molti versi
occorre affiancare a "Titanic-Europa". Sottotitolo a parte, insomma, "La
crisi che non ci hanno mai raccontato", sugli scenari di Priore potremmo
sedere l'economia disegnata dal saggista Vladimiro Giacché. Una pubblicazione,
quella di Giacché, che coraggiosamente nasce con l'obiettivo di dare soluzioni,
soprattutto con la sezione "I timonieri del Titanic", che servano a
farci uscire dalla krisi. Dopo, chiaramente, avercela dettagliatamente
aggiornata nelle nostre orecchie. L'assenza dell'indice non spaventi; in quanto
la stesura è scorrevole assai; e dalle pagine non ci si deve divincolare.
L'economista e filosofo marxista Giacché illustra come la stentata crescita
dell’economia reale ha portato il capitale, in un processo lungo trent’anni, a
finanziarizzarsi per trovare quei margini di profitto elevati che non venivano
più assicurati da una produzione industriale sempre al limite della
sovrapproduzione. Secondo Giacché tutto è cominciato con le banche yankee nel
2007. E quindi la crescita dei debiti pubblici avviene solamente dopo le
scudisciate degli istituti bancari statunitensi. Gli Usa con Obama hanno dovuto
rifocillare le bancaccie. Quindi innescando un vero e proprio processo di
recessione. Prima, inoltre, del calo degli investimenti dall'estero. Vladimiro
Giacché, usando ferocia precisione, mette a nudo ogni controsenso avvenuto, dunque
tutte le scelte politiche sbagliate, da allora a oggi. Pensando, naturalmente,
al futuro. Non a caso in ogni angolo del mondo si parla di aggiustare le
economie con privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica e aumenti delle
tassazioni. Senza tralasciare, nel contesto-Pianeta, che l'ex Belpaese arriva
già dai tagli di due brillanti padri della patria che han nome Berlusoni Silvio
e Monti Mario. La soluzione del saggista è di stampo "neokeynesiano",
come ha avuto a dire Paolo Colli. Eppure in tutto ciò non s'abbandoni l'impegno
civile.
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