Un microcosmo di storie ruota intorno al Londra-Luxor, luogo mitico di Parigi:
ex cinema di inizio Novecento, teatro di misteriosi episodi e scomparse, poi
cinema a luci rosse negli anni ottanta, divenuto negli anni novanta un locale
notturno, punto di incontro della diaspora balcanica. Il Londra-Luxor è
popolato da personaggi strani e sfuggenti come il Mimo, malinconico bevitore di
mezcal, o il Vicepresidente, ragazzo gigantesco con un incarnato perfetto e
mani da strangolatore. In un'atmosfera da sogno si muove Esme Vitch, scrittrice
atipica alla ricerca della sorella Ariana, amante degli uomini e dei calcoli
matematici. Durante la ricerca della sorella, la storia di Esme si incrocia con
altre storie – come quella di Anton, giornalista e critico che ha deciso di non
leggere più – e con la vicenda ambigua e misteriosa del furto di quattro
capolavori della fondazione Bührle: un Monet, un Degas, un Van Gogh e un
Cézanne rubati in pieno giorno. Ma un inarrestabile moto concentrico attrae
tutte le storie verso lo stesso luogo, il Londra-Luxor, monumentale allegoria
dell'invisibilità degli esuli, persone evanescenti, destinate a fluttuare per
sempre tra un qui e un altrove. Fuga in blu, nella sua ironica, eterea
sostanza, si mostra come un dolce e autunnale teatro d'ombre cui il lettore è
invitato ad assistere mentre da fuori giungono, attutiti ma presenti, i
violenti stridori della Storia. “Anton aveva uno strano potere: le cose, quando
le toccava, sembravano animarsi di vita propria. Questo spiegava in parte il
caos in cui viveva. Sfiorati, i bicchieri cadevano; accarezzate, le pile di carta
si scomponevano, sparpagliandosi come un soffione troppo maturo. In compenso,
quando gettò a terra la cintura in simil-pitone di Esme, questa si acciambellò
sul pavimento come un serpente vivo, che aspetta il momento propizio. Quando
posò le mani su di lei, la giovane donna si sentì rivivere.”
Nessun commento:
Posta un commento