Ha perso la gloria e la fama, che sono andate tutte a lui, l'amico
fraterno. Il premio Nobel per la fisica. L'inventore dell'energia atomica.
Enrico Fermi. Forse sarebbe bastato poco per condividerle. Ha perso anche
l'amore, quello per lei. L'unica ricercatrice del gruppo di via Panisperna. La
donna che saliva e scendeva dagli aerei come dalla sua bicicletta. Nella
Mortara. Forse sarebbe bastato un attimo per averlo. È il giugno del 1969
quando dal suo letto d'ospedale Enrico Persico ripercorre il tracciato della
sua esistenza vissuta all'ombra del genio. Schiacciato dal peso del genio. Non si
può competere con il più grande scienziato del Novecento quando si ha la
sventura di fare lo stesso mestiere e, ironia del destino, di averne pure lo
stesso nome. Da quel letto vediamo Persico inseguire la speranza e l'ambizione,
e sentiamo il destarsi di una voce, di segrete accensioni, di timidi stupori,
di malcelati rimpianti: la sua è la storia di un eterno secondo, sullo sfondo
di un teatro umano irrimediabilmente più grande di lui. Col passo del romanzo,
in un frenetico andare e venire del tempo, Alessandra Arachi ci racconta i
coriandoli della vita di un uomo.
Nessun commento:
Posta un commento