Gli intellettuali appartati esistono ancora. Ma uno dei
maggiori è scomparso nel 2010, e si chiamava Elio Lanteri. Scrittore di suo,
potremmo dire, oltre che grande lettore per esempio di Char e Lorca, Lanteri
nel suo ora postumo "La conca del tempo" ci spiega, tramite sempre
Damìn, il Ponente ligure che s'affaccia negli occhi dei fenicotteri, nelle
orecchie del macaone, nella solidità liquida del Calvados - sempre e ovunque
amico presente. Persone nel paesaggio. E, meglio, un paesaggio di persone;
oltre che descrizioni personalizzate, persino. Il lirismo di questa breve e
flautata opera letteraria, inoltre, s'assume il compito di scoprire che la
natura si vince con la natura: il mistero dell'acqua non può che esser salutato
da quattro giovani lavoranti e invaghiti di Liguria e Marsiglia. Dal fine
settembre che riaccoglie i fenicotteri, alle chiacchierate d'un Bellagioia e
d'una Rosy. Il mistero più grande, però, sta nella memoria: nel ricordo per
l'esattezza. Perché Lanteri fa scorrere l'acqua dolce dell'infanzia che si fa
futuro insieme a piccoli progretti di vita e discorsi ancor più piccoli ma
evidentemente superiori alla monotonia monologante del nulla di vagheggiamenti
contro-natura. Vedrete, come dire, non ridurre o ridursi tutto e il tutto alla
passione per il calcio e similari. La commossa e pure questa lirica assai
introduzione firmata da Quaranta, poi, che è impostata e strutturata all'esatto
contrario del contributo scritto del Magliani, afferma tutti gli altri concetti
di conterraneità e anti-sensazionalismo utili alla letteratuta di Lanteri.
Premio Biamonti, ricordiamo, all'anno della sua morte. E che scompare lasciando
l'altra magnificienza "La ballata della piccola piazza", pubblicato
sempre dai massesi di Transeuropa. I vari Rovelli, Vaccari eccetera che,
sostenuti proprio dallo scrittore Marino Magliani, e non lo diciamo per
puntiglio di 'tecnica' editoriale, hanno giustamente deciso di rimettere in
vita la scrittura spiritante e quasi fiabesca ma dannatamente perentoria coi
luoghi dell'Elio Lanteri accolto nella giusta e appropriata quanto adeguata al
testo "Narratori delle riserve". Mentre, diciamo, sarà un caso, è da
poco tornato in libreria il romanzo d'esordio di Celati "Comiche"
(Quodlibet).
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