venerdì 15 giugno 2012

In libreria dal 21 giugno 2012 La trilogia nera di Dave Zeltserman. Traduzione di Marta Dilani (TimeCrime – Fanucci)


Una trilogia di hardboiled brutali e irriverenti per tre scalcagnati, indimenticabili antieroi: Zeltserman si è guadagnato, di diritto, un posto d’onore nel sanguinoso Pantheon del crime.


Contea di Bradley,  Vermont. L’ex poliziotto Joe Denton ha appena finito di scontare sette anni per il tentato omicidio del procuratore distrettuale. Si illude di aver chiuso con il passato, con la violenza, la droga e le scommesse: ma un crimine di quel genere è impossibile da dimenticare.  Kyle Nevin è  invece un “bravo ragazzo”,  gestisce gli affari nei quartieri a sud di Boston. Ammazza solo se costretto, non pesta i piedi a nessuno: eppure Red Mahoney, il suo boss, lo vende all’FBI.  Quando Nevin esce di galera ha quindi una sola cosa in mente: fare a pezzi Red. Per racimolare qualche dollaro organizza un rapimento, ma niente va come dovrebbe…
Nè la fortuna sorride  a Leonard March, sgherro “storico” del mafioso  Sal Lombard. Quando dopo quattordici anni le porte del carcere  gli si aprono davanti, per mettere insieme due pasti caldi al giorno si ritrova a pulire gabinetti. Non sarebbe poi così male, per uno che ha sessantadue anni  e ventotto omicidi sulla coscienza:  ma si ci si può reinventare una vita “normale” quando là fuori tutti vogliono la tua testa?

Dave Zeltserman è nato a Boston nel 1959. Laureato in matematica, ha lavorato per venticinque anni nello sviluppo di software per grandi aziende di comunicazione. Nel 2004, in seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo, Fast Lane, ha deciso di dedicarsi alla crime fiction e alla pratica del kung fu. Per Fanucci Editore ha pubblicato Piccoli crimini (2010), con cui si apre la pluripremiata trilogia del “bastardo uscito di prigione” di cui  La vera storia di Kyle Nevin costituisce il secondo volume e Killer il terzo.

«Ho deciso di raccontare le imprese dei miei “bastardi usciti di prigione” in prima persona perché sono tutti e tre totalmente inaffidabili. Se non li avessi fatti parlare con la propria voce ci avrebbero raccontato solo un mucchio di balle.» (Dave Zeltserman)

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