Fidapa Lecce e Loft Gambero Rosso di Lecce
organizzano per mercoledí 6 giugno 2012
alle ore 18,00 presso l'ex teatrino del Convitto Palmieri in Piazzetta Carducci a Lecce, la presentazione
del libro di Sabrina D'Alessandro " Il libro delle parole altrimenti
smarrite". Edizione Rizzoli. Introduce Salvatore Cosentino (Giudice); saluti di Cristina Caiulo pres
F.I.D.A.P.A. Sez di Lecce. Letture di
Carla Guido - attrice e operatrice culturale
“Il Libro delle parole altrimenti smarrite” di
Sabrina D'Alessandro, prefazione di Stefano Bartezzaghi
C’è un modo straordinariamente rotondo per
definire un uomo di bassa statura e alta considerazione di sé: «salapùzio». Una
parola poco, pochissimo usata, ma colorita e sonora; quattro semplici sillabe
capaci di contenere la complessità di un tipo umano, di raccontarla in modo
sincero e immediato, trasformando una realtà sgradevole in allegra catarsi
canzonatoria. Aspre o scioglievoli, enigmatiche o lampanti, le parole hanno la
capacità di dare voce a cose che altrimenti non vedremmo, creando un’idea dove
prima non c’era, e ci consentono di far risuonare la realtà in modo nuovo,
diverso. Le parole non solo sono interessanti, ma soprattutto sono piene di
bellezza. Dimenticarle, sostituirle, semplificarle è un po’ come appiattire la
nostra stessa percezione della realtà, rinunciando a sfumature e colori che
raccontano e trasformano l’identità delle relazioni umane. Ogni tanto fa bene
concedersi un momento di «risquitto», così come variare con una «rùzzola» o un
«raperónzolo» i soliti turpiloqui può giovare al fegato e portare la bile a
essere meno commossa. Queste parole esistono anche per aiutarci a vedere e a
vivere meglio; tornare a usarle, tornare ad apprezzarle e ad amarle non
significa solo salvaguardare un patrimonio linguistico, ma alimentare la
ricchezza, e l’allegria, del nostro immaginario profondo. (Sabrina
D’Alessandro)
SABRINA D’ALESSANDRO, creativa pubblicitaria e
fondatrice dell’Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, da anni indaga le
potenzialità espressive del linguaggio e coltiva una «collezione » di parole
che rappresentano il filo conduttore della sua ricerca artistica e l’anima di
questo libro.
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