Nell'ambito del festival "Il libro possibile" che si terrà a Polignano a Mare dall'11 al 14 Luglio la casa editrice Kurumuny presenterà il volume Di bellezza non si pecca eppure. Trilogia di Idrusa di Marthia Carrozzo. Presentazione e reading a cura di Marthia Carrozzo con accompagnamento musicale a cura di Emanuele Coluccia. Appuntamento alla storica Balconata Santo Stefano di Polignano a Mare l’11 luglio alle ore 22,00
Il libro - “Un piccolo gioiello di poesia erotica, o anche un meraviglioso
trattatello di tattiche per guerre sentimentali. O anche tutti e due
insieme”.(Lello Voce)
Sembra fatta di pura voce, questa
novella Idrusa. Nuovo ritratto in versi di Marthia Carrozzo, di quella che fu,
nella penna della Corti, la più bella donna di Otranto, capace di calamitare,
al suo passaggio, ogni singolo sguardo, diviene, in questa Trilogia di Idrusa,
appunto, un purissimo richiamo all'acqua che ne computa il nome, senza
dimenticare il sale, stemperando in suoni, in echi di quel mare da cui nasce e
a cui torna e vuol tornare, la forza d'un canto di guerra e d'amore, che
ingaggia un corpo a corpo col mondo intorno, col mondo tutto con cui vuole e sa
dialogare, ricercando in esso, come in un unico grande banchetto totemico, la
pelle amata. "Sei brace azzurra, luce lattea che mi scalda. / Che fa
ferita, che mi scuce e appresta a resa. / Sei la ferocia della pelle sulla
pelle. / Il credo unico che sgrani tra i miei seni". Un poemetto per voce
e fiato, che sfugge agli occhi che ne inseguono il ritmo incalzante sulla
pagina scritta, che nella pagina non vuole e non sa stare, irriverente e viva,
"fatta d'arcobaleno" come fu la bella Idrusa, che di bellezza fa il
suo baluardo, la luce che ne ammanta le movenze e ne assolve ogni colpa,
perché, citando l'inusuale titolo di quest'opera: Di bellezza non si pecca eppure.
E di bellezza, allora, non pecca, ma osa, Idrusa, al limite della colpa, se
colpa vi sia in faccende d'amore, perché non si possa mai dire di lei che non
abbia vissuto, che non abbia tentato e creduto. Un canto di vita, questa
Trilogia di Idrusa, sensuale, di una sensualità cosciente cui già ci aveva
abituato Marthia Carrozzo, nel suo scrivere del corpo senza lesinare parole, ma
usandole e osandole, nominando, come nella Genesi biblica, in una scelta
lessicale attenta e accurata, mai casuale, ogni parte, ciascuno dei sensi con
il nome che gli è proprio. Un canto che riprende la modalità formulaica degli
antichi rapsodi, perché alla poesia spetti il tornare al proprio ruolo,
centrale, di cassa armonica di un sentire comune. Perché Idrusa è Idrusa, certo,
ma è tutte e ciascuna insieme: creature, donne e uomini, al cospetto del
proprio stesso corpo, per imparare da lui solo le leggi di un sapere troppo
spesso messo a margine. «Ogni verbo è prima nei nostri muscoli, che nella
nostra lingua», dirà meglio Lello Voce, nella Prefazione, e allora, anafore,
allitterazioni, ripetizioni incalzanti sembrano suggerirci, lungo lo svolgersi
per Stanze di questo piccolo poema, la necessità estrema di riappropriarci del
nostro suono, della nostra capacità di dirci e consegnarci in una voce che non
sia vuoto e flebile assenso, ma consapevolezza piena di sé in ogni piega del
nostro sentire e mostrarci, così come per l'Idrusa d'antica memoria ("non
mi lasciava mai la volontà d'essere bella"). "Solo per smettere,
soltanto, e non mentire. / Per non mentire, mentre ancora è troppo
presto." Ciò che se ne coglie è, allora, «Una litania di lussuria e
abbandono, di libertà e desiderio, una serenata al rischio e all’acrobazia, una
melopea per ogni abbandono e per ciascuna ribellione». (Lello Voce), perché
Eros è fuoco purissimo, mai volgare, che parla unicamente alla bellezza e la
bellezza, come la bella Idrusa, procede scalza di piedi e voce a dirci il «Peso
specifico del mare nell'amore», a mostrarci che è ancora possibile.
Di bellezza non si pecca eppure
TRILOGIA DI IDRUSA di Marthia Carrozzo con illustrazioni di Ever trip (Kurumuny
Edizioni)
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