Oggi è l'ultimo giorno di carnevale. Da tanto non so più cosa significhi festeggiare questi giorni. Per me non ha nessun senso. Eppure, vengo da un paese che non misura regole per esortare questa festa. Il ritmo incalza sino a notte fonda e la folla si trova ancora ballando alle sei del mattino. Il mercoledì delle ceneri arriva nel totale silenzio della gente che dormirà fino a pomeriggio, o forse il giorno seguente.
Ieri guardavo il sito di una grande testata giornalistica brasiliana. Mi sono inorridita. Nulla è cambiato da che ero una bambina. L'importante per i politici continua ad essere la distrazione del popolo. Che si diverta pure! Che il mondo si fermi per far passare solo la gioia e l'allegria! Che la gente si ubriachi e viva questi giorni di follia, dimenticando l'estrema povertà, dimenticando la legalità e tutto quanto può render più degno un paese.
Dopo domani la vita continuerà allo stesso ritmo. Ci vorrà un anno intero per parlare ancora del carnevale brasiliano. Di miseria e di fame si parlerà, come un dramma che affligge quelli che la passano, e non avendo abbastanza forza per gridare, passeranno... inosservati, come sempre.
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