martedì 21 aprile 2009

Penso che la follia altro non è che la sensibilità esasperata ed espressa in totale libertà

Direi proprio che è così!
Nessuno è veramente folle, ma tanti vorrebbero un momento di follia per esprimere ciò che hanno incarcerato dentro il cuore.
E se in tale cuore si mette tanto sentimento che non è concesso di uscire.
E se il tale cuore non si spacca con un attacco mortale.
E se la mente che regge quel tale cuore decidesse di liberare tutto quanto, come se si aprisse un enorme cancello di ferro, inchiodato in un corpo ribelle, ecco che fuoriescono tutti i rancori, i pudori, i rifiuti, le negazioni. Trattenuti per un tempo incomensurabile, per chi lo ha vissuto.
Il momento della liberazione così arriva, e diviene anche l'espressione massima di follia.
E si cerca un perché, un dottore della mente, qualcuno che ci spieghi cos'è accaduto.
Non serve. Non servirebbe. Se solo le persone comprendessero che trattenersi dall'esprimere i propri sentimenti fa tanto male al corpo quanto all'anima!
I poeti... ah! I poeti! Se non fossero smisurati, se non osassero, se non fossero un pò folli, chi gli avrebbe mai conosciuti ammirati e sospirato per le loro poesie?

Majakovskij – "Trattenendo me stesso"

Trattenendo
me stesso,
come a un convegno,
sino all'ultimo battito del petto,
tendo l'orecchio:
l'amore riprende a ronzare,
umano,
semplice.
Fuoco,
uragano
ed acqua
s'avanzano con un sordo brontolìo.
Chi saprebbe dominarsi?
Potete?
Provateci...

Alda Merini - da "Terra d'amore"

La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.

Perché dedicarsi alla lettura?

In questo periodo mi accorgo che le mie ricerche di lettura versano sullo stesso tema. Non avevo mai fatto caso. Forse perché sono un’istintiva e non ci penso più di tanto. Finisco comunque per leggere argomenti strettamente collegati alla filosofia, non come materia di studio, ma come forma di vivere. Sono certa, però, che non si tratta di soddisfare un desiderio solo intelettuale.
Ecco che mi ritrovo nuovamente ad autoanalizzarmi, a scrutare la mia stessa mente, cercando dentro di me la risposta ad ogni domanda. Penso a qualcosa che spinge a perfezionare il mio IO. Ma quale sarebbe lo stato di perfezione in un essere umano? Quali sono i parametri mentali e spirituali che conducono alla perfezione?
Senza immergermi ancora in elucubrazioni che non portano a nulla, concludo che ogni mia scelta volge solo verso l’anima. E’ lì che abitano i più profondi sentimenti ed è a questi che cerco di assecondare. E’ solo per passione e per amore che desidero tutto ciò che è bello e che fa star bene tutti i miei sensi.
Lo stesso fatto di scegliere letture di narrativa e saggistica è perché voglio arricchire la mia persona. Quando leggo non lo faccio per distrarmi dal quotidiano, ma per imparare, per confrontare i miei sentimenti con quello dello scrittore, per conoscere altri mondi, altri modi di vivere, per assaporare pensieri diversi dai miei.
E’ una palestra di silenziosa conoscenza la lettura solitaria. Mi entusiasma così tanto che non posso tenermi dentro tutto ciò che sento dopo. Devo per forza condividere con qualcuno, altrimenti il desiderio di espressione muore e la parola non prolifera come dovrebbe, non raggiunge mete inaspettate, non causa sospiri né ammirazione, non incita l’immaginazione e non cambia la rotta mentale di nessuno.
Non so da dove venga tutto questo desiderio di conoscenza. Sarà mica una malattia? Se lo è, spero che sia molto contaggiosa, e che vaghi per il mondo causando una vera e propria epidemia del sapere.

giovedì 9 aprile 2009

Un altro scrittore da conoscere

Luís Fernando Veríssimo, scrittore e giornalista brasiliano, usa l’umorismo e ironizza la vita quotidiana in maniera unica. Dalla società moderna coglie tutti gli aspetti più pittoreschi, con uno sguardo così curioso da evocare l’immaginazione del lettore, portandolo ad assistere e vivere le scene che descrive. E’ così che molti suoi racconti sono diventati opere teatrali, di cinema e di televisione. Qui sono riportate alcune delle sue frasi, pensieri dedicati all’uomo sposato, che nonostante tutte le difficoltà, rimane sempre suddito della propria donna.

Mia moglie e io camminiamo sempre mano nella mano. Se la lascio, lei scappa a fare shopping.

Lei ha un frullatore, un tostapane e una macchina per fare il pane, tutti elettrici.
Così, lei ha detto: “Abbiamo molti elettrodomestici, ma non abbiamo posti in più per sederci.”
Allora le ho preso una sedia. Elettrica.

Io mi sono sposato con la ‘sig,ra.. Certa’. Solo non sapevo che il il primo nome suo fosse ‘Sempre’.

Sono 18 mesi che non parlo con mia moglie. E’ che non mi piace interromperla.
Ma devo ammettere, la nostra ultima lite è stata colpa mia.
Lei mi domandò: ‘Cosa c’è alla TV?’ Ed io le ho risposto ‘Polvere’.

In principio Dio creò il mondo e si riposò.
Poi, creò l’uomo e si riposò.
Poi creò la donna. Da allora, né Dio né l’uomo né il Mondo intero ebbero più riposo.

Quando il nostro tagliaerbe si ruppe, mia moglie fece di tutto per farmi capire che dovevo aggiustarlo. Io però finivo sempre per avere qualcos’altro da fare prima, la macchina, la pesca, sempre qualcosa che per me era più importante.
Finalmente lei pensò ad un modo per convincermi.
Un giorno, arrivando a casa, la trovai seduta sull’erba alta, impegnata a tagliarla con una forbicetta da cucito. La guardai in silenzio per un po’ di tempo, mi commossi abbastanza, poi entrai a casa.
In alcuni minuti tornai fuori con uno spazzolino da denti e le ho dato dicendo:
- ‘Quando finisci di tagliare l’erba, puoi anche scopare il marciapiede.'
Dopodiché non mi ricordo nulla. I medici dicono che tornerò a camminare, ma zoppicherò per tutta la vita.’

Il matrimonio è una relazione tra due persone nella quale una è sempre nel giusto e l’altra è il marito’.